Francia, i vescovi in campo per difendere i Rom


A nulla valgono le proteste dei vescovi francesi e delle varie associazioni cattoliche contro l’ordine di espulsione emesso dalle autorità locali della Val-de-Marne, periferia ovest di Parigi, nei confronti della numerosa popolazione Rom.  Già nel mese scorso 150 poliziotti in tenuta antisommossa hanno evacuato oltre 200 persone su ordine del giudice ordinario del TGI (Tribunal de Grande Instance). Povera gente, con gli abiti laceri e uno stile di vita differente rispetto ai costumi occidentali, una generazione di uomini e donne considerati gli appestati del terzo millennio.

Il Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese, guidato dal cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois prende posizione contro questa inutile guerra di etnie: “Si tratta – si legge nella dichiarazione riportata dall’agenzia Sir – di famiglie estremamente povere. Siamo consapevoli della difficoltà di accettare altre culture o stili di vita. Chiediamo però di superare i pregiudizi per aiutare queste famiglie a uscire dalla marginalità. Le questioni di salubrità e sicurezza pubblica sono reali. Quando le condizioni abitative rappresentano un pericolo, spetta ai responsabili adottare misure adeguate, ma rispettose delle persone interessate. Incoraggiamo pertanto il governo a lavorare instancabilmente per l‘integrazione dei rom. Ci sono anche norme a livello europeo, che non sono state attualmente implementate”. “La crisi attuale, – ammonisce l’episcopato frencese – benché acuta, non deve portarci a chiuderci in noi stessi. Non la risolveremo rifiutando l’altro”.

Secondo l’associazione Medici del Mondo, sono circa 15mila i rom che vivono in Francia. Il progetto di rimpatriare le comunità Rom residenti in Francia era già iniziato con le politiche del governo Sarkozy. Oltre un centinaio di voli per “accompagnare” gli appartenenti alle comunità Rom verso nuove destinazioni. Il governo francese si era difeso dalle critiche delle Nazioni europee parlando di procedure di ritorno volontario nella propria patria, con un contributo economico di 300 euro per gli adulti e 100 per i bambini.

Il Presidente Hollande, dall’agosto 2012, ha ripreso la pratica dei trasporti volontari, ripulendo diversi campi rom di Lione, Marsiglia e Parigi, rispedendoli in Romania come se fossero dei pacchi postali.

Ai rappresentanti delle diverse etnie di Zingari e Rom incontrati a Roma nel giugno dello scorso anno, Benedetto XVI aveva detto: “La vostra storia è complessa e, in alcuni periodi, dolorosa. Siete un popolo che nei secoli passati non ha vissuto ideologie nazionaliste, non ha aspirato a possedere una terra o a dominare altre genti. Siete rimasti senza patria e avete considerato idealmente l’intero Continente come la vostra casa. Tuttavia, persistono problemi gravi e preoccupanti, come i rapporti spesso difficili con le società nelle quali vivete. Purtroppo lungo i secoli avete conosciuto il sapore amaro della non accoglienza e, talvolta, della persecuzione, come è avvenuto nella II Guerra Mondiale: migliaia di donne, uomini e bambini sono stati barbaramente uccisi nei campi di sterminio. […] Mai più il vostro popolo sia oggetto di vessazioni, di rifiuto e di disprezzo!”.
Nonostante le parole di incoraggiamento del Pontefice, pare che poco o nulla sia davvero cambiato rispetto al passato, e purtroppo non solo nella civilissima Francia.

Pubblicato su Vatican Insider

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