Il colore della “semplicità” nel ritratto coreano del Papa


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Ritratto coreano del Papa (AsiaNews)

Sette pittori hanno lavorato insieme per cinque mesi per realizzare il ritratto di papa Francesco con le tecniche e le caratteristiche dell’antica tradizione artistica coreana. La tecnica usata per la composizione del quadro – precisa AsiaNews – si chiama Baechae: i colori sono applicati nel retro dell’hanji, una carta fatta a mano e ricavata dalla corteccia del legno di gelso. In questo caso, tuttavia, il ritratto del Papa è stato realizzato sulla seta per evitare danni durante il volo all’opera. Delle due copie realizzate, una, l’originale, è stata donata al Papa, mentre l’altra troverà posto nel santuario dei martiri di Seo So-Mun, il luogo dove Francesco ha presieduto – alla presenza di un milione di fedeli coreani – la Messa di beatificazione di Paul Yun Ji-chung e dei suoi 123 compagni martiri.

Il Papa è ritratto in bianco per il suo ministero, ma anche – spiega su AsiaNews Jo Yong-jin, ex professore di storia dell’arte presso l’Università nazionale di Seoul – “perché durante il Joseon (regno fondato da Taejo Yi Seong-gye che durò per circa cinque secoli, da luglio 1392 a ottobre 1897, nda) era il colore della frugalità e della semplicità”.

Il bilancio relativo alla visita apostolica del Papa in Corea del Sud è abbondantemente positivo. Anche il continente asiatico, così, ha avuto modo di riconoscere in questi giorni (al di là del colore bianco che contraddistingue la talare del Papa) gli atteggiamenti di semplicità e di frugalità che caratterizzano la personalità di papa Francesco.

Giusto per rimanere in tema, nel maggio scorso, una ex-guardia rossa comunista, Jiawei Shen – originario di Shanghai e fuggito dalla Cina prima del massacro di piazza Tiananmen del 1989 – ha donato a papa Francesco il dipinto (forse il primo ritratto ufficiale) del Pontefice rappresentato in mezzo a una moltitudine di persone di diversa etnia. Dopo aver incontrato il Papa, Jiawei Shen – su AsiaNews – ha dichiarato: “Non sono un fedele, non ho una religione. Ma credo nel potere dell’amore e del perdono. Anche per questo continuo a pensare a una donna cattolica in lacrime dopo che la mia squadra, ai tempi della rivoluzione culturale, aveva devastato la sua chiesa”.

Da un’idea venuta all’ambasciatore australiano presso la Santa Sede, John McCarthy, insieme al gallerista di Sydney Byron Hurst, il ritratto è stato donato al Papa in occasione del 40mo anniversario dell’instaurazione dei rapporti diplomatici fra Australia e Santa Sede (Jiawei Shen oggi vive, infatti, in Australia). L’incontro si è svolto in Vaticano; insieme all’artista Jiawei Shen, una delegazione del governo australiano e il gallerista di Sydney Byron Hurst. Francesco – ha dichiarato Hurst su AsiaNews – “ci ha accolto con calore ed è rimasto molto colpito dall’opera, che ha esaminato molto da vicino e che poi ha approvato. Subito dopo l’incontro ci ha benedetti, ma ci ha anche chiesto di pregare per lui insieme a tutti gli australiani”.

Scritto per Vatican Insider

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