Gli auguri al Papa da parte di alcune autarità civili e religiose


Papa Francesco ha già conquistato i cuori e la simpatia di tantissime persone. Le parole pronunciate durante il primo saluto da Pontefice ai fedeli – cordiali, semplici e per certi aspetti inedite – hanno fatto il giro del mondo e continuano a rimbalzare dappertutto: negli uffici, a scuola, al mercato, alla fermata del bus e in tanti altri ambienti di vita comune. L’entusiasmo e il linguaggio innovativo di questo Papa sudamericano è coinvolgente e sembra destinato rimettere in moto il delicato ingranaggio della nostra fede, già ben avviato dal Papa emerito Benedetto XVI. “Cominciate a fare ciò che è necessario, – pare dicesse il Poverello d’Assisi – poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.

Quel “buonasera” iniziale, la prospettiva di un nuovo cammino tra “Vescovo e popolo”, la fratellanza, l’amore e la fiducia “tra noi” (Vescovo e popolo), la preghiera gli uni per gli altri, e quell’inchino del Papa (che solo Dio sa da dove possa essere saltato fuori) rivolto al popolo, perché pregando propiziasse la benedizione di Dio sul suo Vicario, sono parole e gesti iniziali di un pontificato che si prospetta carico di sorprese. Entusiaste anche le voci provenienti dalla cultura religiosa e civile; in tanti hanno voluto accogliere il 266.mo successore di Pietro inviandogli espressioni di amicizia e l’augurio di un buon inizio di pontificato.

Tra i primi a congratularsi con il nuovo Pontefice il presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano. “La Sua elezione a Sommo Pontefice della Chiesa Cattolica – ha scritto il Capo dello Stato – è motivo di universale e gioiosa emozione: il popolo italiano ne è particolarmente partecipe, e a suo nome, interpretandone il sentimento comune e profondo, Le indirizzo le mie più calorose e sincere felicitazioni”. “Lo straordinario patrimonio morale e culturale del Cattolicesimo – aggiunge ancora Napolitano – è indissolubilmente intrecciato con la nostra storia bimillenaria e con i valori morali nei quali l’Italia si riconosce”; e ancora, dopo aver ricordato con grande affetto il rapporto con Papa Benedetto XVI, il Presidente Napolitano ha affermato: “Vostra Santità porta a Roma la testimonianza di un Cattolicesimo senza confini, presente nella società con un forte impegno spirituale e pastorale. E’ una testimonianza che ci viene per la prima volta dalle Americhe e da un’Argentina unita all’Italia da profondi e fraterni legami di amicizia, impersonati dalla Sua stessa storia famigliare”.

“Tutti noi gesuiti – afferma P. Adolfo Nicolás, Superiore Generale della Compagnia di Gesù – accompagniamo con la preghiera questo nostro fratello e lo ringraziamo per la sua generosità nell’accettare la responsabilità di guidare la Chiesa in un momento cruciale. Il nome «Francesco», con il quale sarà chiamato d’ora in avanti, evoca il suo spirito evangelico della vicinanza ai poveri, la sua identificazione con la gente semplice e il suo impegno nel rinnovo della Chiesa. Dal primo momento in cui si è presentato davanti al popolo di Dio ha dato testimonianza in modo visibile della sua semplicità, umiltà, esperienza pastorale e profondità spirituale”.

L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, a nome della Chiesa anglicana auspica “un generoso e fruttuoso ecumenismo”. Papa Francesco – afferma Welby – “è noto come pastore che ha servito i poveri in America Latina, così come è nota la sua vita di semplicità e santità”, a lui “tutte le nostre benedizioni per le enormi responsabilità che si è assunto in nome della Chiesa cattolica nel mondo”. Anche il Patriarca Bartolomeo I si è vivamente congratulato con il nuovo Pontefice, secondo quanto riporta AsiaNews. “Voglio esprimere – ha detto – l’augurio e la certezza che il Santo Padre contribuirà alla pace della già martoriata umanità, dei poveri e dei sofferenti”. Per il Patriarca, il Papa “darà nuovo slancio al cammino per l’unità delle due Chiese”, già proficuamente iniziato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Il nuovo Pontefice – ha dichiarato il Presidente dello Stato di Israele, Shimon Peres, – “rappresenta la devozione, l’amore di Dio, l’amore della pace, la modestia religiosa ed un nuovo continente che sta risvegliandosi… che il Signore benedica il nuovo Papa. Peres, ricorda anche il Papa emerito, Benedetto XVI, come “un caro amico del nostro popolo, un pensatore profondo che ha davvero contribuito a rinsaldare i rapporti tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico”.

Il Rettore Magnifico della Pontificia Università Gregoriana, Padre François-Xavier Dumortier S.I., “parla di una elezione che ci tocca direttamente, perché il nostro nuovo Papa è gesuita, proviene «da quasi la fine del mondo» secondo le sue stesse parole, e ci offre il volto di un uomo umile, discreto, dedicato alla cura del suo popolo e in primo luogo ai poveri”. “Vogliamo pregare per Lui, – prosegue il Rettore – affinché il Signore gli conceda la Sua grazia per guidare e governare la Chiesa sui cammini di questo nostro tempo”. Anche Padre Domenico Paoletti, frate minore conventuale e preside della Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” Seraphicum, esprime soddisfazione per il nome scelto dal Papa per il suo ministero petrino. “La scelta di questo nome rappresenta un richiamo al Vangelo come umiltà e come ascolto di Dio e degli altri. Credo sia stato particolarmente significativo il gesto del nuovo papa di pregare assieme ai fedeli, come forma di dialogo e di cammino comune”.
“La presenza di papa Francesco – conclude Paoletti – costituisce un richiamo a una scelta di vita, a testimoniare quello che si professa. Risveglia un carisma che qualche volta rischia di essere addomesticato a categorie teologiche e culturali”.

La Fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre” ricorda le parole di grande stima che l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio, in una lettera indirizzata ad ACS per i sessanta anni dell’Opera, scriveva nel 2007: «Aiuto alla Chiesa che Soffre è simbolo di comunione e fraternità con la Chiesa sofferente». L’arcivescovo di Buenos Aires ringraziava ACS a nome della conferenza episcopale argentina «per il generoso aiuto alla nostra Chiesa». L’Opera – che lo scorso anno ha festeggiato i cinquanta anni di sostegno alle Chiese dell’America Latina – promuove numerosi progetti in Argentina, principalmente relativi alla catechesi e all’evangelizzazione. Mons. Javier Echevarría, Prelato dell’Opus Dei, in un comunicato stampa dichiara: “In questo momento di emozione, nel quale si tocca con mano l’universalità della Chiesa, rinnovo al nuovo Romano Pontefice un’adesione completa alla sua persona e al suo ministero,  certo di esprimere in tal modo i sentimenti dei fedeli – laici e sacerdoti – della Prelatura dell’Opus Dei. Tutti ci affidiamo alle preghiere di Sua Santità per contribuire efficacemente, con gioiosa disponibilità, al compito dell’evangelizzazione che il Papa ha menzionato nel suo primo saluto alla Chiesa”.

Pubblicato su Korazym.org

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *