Costalli: “Nessun decreto crea posti di lavoro, l’occupazione è un’altra cosa”


Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori

Non si può pensare che il problema dell’occupazione si risolva con un decreto, sarebbe un errore ideologico e clamoroso, «nessun decreto crea posti di lavoro, l’occupazione è un’altra cosa, le politiche attive sono un’altra cosa». È la riflessione suggerita dal presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Carlo Costalli, in seguito alla recente approvazione del “Decreto Dignità” da parte del Governo italiano. Pur ammettendone le buone intenzioni – spiega Costalli in un’intervista a “2006 più Magazine” – i provvedimenti in materia di lavoro appena approvati «sono ben lontani e del tutto insufficienti a rilanciare l’occupazione». Inoltre, alcune rigidità contenute nel decreto sui contratti a termine e sul lavoro in somministrazione «sono provvedimenti demagogici che ingessano ulteriormente il mercato del lavoro, limitandone la flessibilità, e che finiranno inevitabilmente per produrre altra precarietà, oltre a un aumento delle ore di straordinario e del lavoro nero e sommerso»; a questo si aggiunge un ulteriore errore di fondo, quello cioè di «aver confuso il concetto di precarietà con quello di flessibilità».

Insomma, la nuova legge dello Stato non convince il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, che in Italia conta 350mila iscritti; una legge contraddistinta da «tanta demagogia, lo stesso refrain ascoltato in una campagna elettorale che sembra non essersi mai conclusa». Con analoga schiettezza, Carlo Costalli mette in luce anche gli aspetti positivi del nuovo Decreto: le limitazioni alla pubblicità sul gioco d’azzardo, la penalizzazione per chi delocalizza e le norme a contrasto dei licenziamenti selvaggi. Tuttavia il giudizio complessivo rimane insoddisfacente: «Ho la sensazione – dichiara Costalli – che chiamarlo “decreto dignità” sia una forzatura, un’operazione di etichettatura, di marketing, una trovata a tavolino per infiocchettare un provvedimento che ha in sé certamente qualche buona idea ma anche una buona dose di propaganda e di populismo».

In un’altra intervista, pubblicata da “Vita diocesana pinerolese”, il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori ha dichiarato che l’Unione Europea non offre più la prospettiva di civiltà per cui è nata; una latitanza etica e politica che secondo Costalli ha determinato la nascita e lo sviluppo dei populismi europei. «Siamo convinti che l’Europa debba tornare, con rinnovato slancio e valori, alla sua originaria missione di civiltà».

Valutazioni che Carlo Costalli ha messo a tema nel suo recente incontro con il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. «Senza Europa – incalza Costalli – non c’è prospettiva per l’Italia», serve pertanto un deciso cambio di marcia, bisogna andare oltre i temi economici «e non pensare di stare in Europa solo per sfruttare i fondi strutturali». Con la consapevolezza che l’Europa è stata costruita sui valori della cultura cristiana, e che le sue radici pongono la persona al centro della politica e dell’economia, privilegiando i valori della partecipazione e della solidarietà, il Movimento Cristiano Lavoratori – conclude Costalli – «dedicherà al tema dell’Europa gran parte del suo programma di attività per quest’anno e per il prossimo semestre del 2019 che vedrà, a maggio, le elezioni per il Parlamento Europeo».

Scritto per Vatican Insider

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