Ciaula sfiorato dall’infinito


ciaulaCiaula, nel racconto di Pirandello, è un povero minatore dalla forza bruta a cui non è riconosciuta alcuna dignità umana. E’ considerato uno sciocco, gli altri si prendono gioco di lui e lo sfruttano fino a sovraccaricarlo di altri pesi che non gli spettano. Eppure quell’uomo, la cui unica paura è quella del buio, è capace di stupore e di commozione nell’istante in cui scorge lo splendore della luna. Ciaula, sfiorato dall’infinito, dalla bellezza della luna che in quel momento fa vibrare il suo cuore.

Ecco il brano a cui facevamo riferimento:

Grande, placida, come in un fresco luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna. Sì, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è dato mai importanza. E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna? Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola là, eccola là, la Luna… C’era la Luna! la Luna! E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva più stanco, nella notte ora piena del suo stupore” (Luigi Pirandello, Ciaula e la luna).

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