“La Luce di Cristo non fa spettacolo”


La “luce” è l’immagine principale che contraddistingue e spiega bene l’essenza del cristianesimo, quella del mondo, invece  è una luce ingannevole e diversa. Papa Francesco prende le mosse da questo criterio teologico per dettare la sua seconda riflessione (dopo la breve pausa estiva) dalla ormai nota cappella di Santa Marta.
Possiamo conoscere tutto, afferma il Pontefice nel testo riportato da Radio Vaticana, “si può avere scienza di tutto e questa luce sulle cose. Ma la luce di Gesù è un’altra cosa. Non è una luce dell’ignoranza, no! E’ una luce di sapienza e di saggezza, ma è un’altra cosa che la luce del mondo. La luce che ci offre il mondo è una luce artificiale, forse forte – più forte è quella di Gesù, eh! – forte come un fuoco d’artificio, come un flash della fotografia. Invece, la luce di Gesù è una luce mite, è una luce tranquilla, è una luce di pace, è come la luce nella notte di Natale: senza pretese”.

Ed è inevitabile, allora, che ci si ritrovi talvolta abbagliati dalla luce sbagliata, quella che porta alla ribalta o ad un personale successo, verso il proprio tornaconto, con il desiderio di apparire a discapito dell’essere, e non è detto che in questo apparente chiarore non si nasconda e non trami contro di noi – come afferma Papa Francesco – “il diavolo… travestito da angelo di luce: a lui piace imitare Gesù e si fa buono, ci parla tranquillamente, come ha parlato a Gesù dopo il digiuno nel deserto”. La luce di Gesù, invece “non fa spettacolo, è una luce che viene nel cuore… possiamo conoscerla, perché è una luce umile, non è una luce che si impone: è umile. E’ una luce mite, con la fortezza della mitezza. E’ una luce che parla al cuore ed è anche una luce che ti offre la Croce. Se noi nella nostra luce interiore siamo uomini miti, sentiamo la voce di Gesù nel cuore e guardiamo senza paura la Croce: quella è luce di Gesù”.

Non è la prima volta che Papa Bergoglio invita i fedeli (ciascuno secondo la propria vocazione) a sottrarsi dalla luce dei riflettori, quella luce a tal punto appariscente da rendere l’uomo schiavo della propria immagine. C’è una luce – prosegue il Papa – che rende orgogliosi,  una luce che “ti porta a guardare gli altri dall’alto”, a disprezzare gli altri, “alla superbia, quella non è luce di Gesù: è luce del diavolo, travestito da Gesù, da angelo di luce”. E’ nella persona di Cristo l’immagine della vera luce, nella sua umiltà, mitezza e capacità di sacrificio, “mai, – aggiunge Francesco – troveremo un Gesù che non sia umile, mite, senza amore e senza Croce”. Dobbiamo allora andare dietro di Lui, “senza paura”, seguire la sua luce perché la luce di Gesù “è bella e fa tanto bene”.

Per quanto riguarda i travestimenti del diavolo e la relativa capacità di inganno, Bergoglio afferma: “Gesù non ha bisogno di un esercito per scacciare via i demoni, non ha bisogno della superbia, non ha bisogno della forza, dell’orgoglio”. Basta la Sua parola “una parola umile, mite… una parola che ci accompagna nei momenti di Croce. Chiediamo al Signore che ci insegni a distinguere quando la luce è di Lui e quando è una luce artificiale, fatta dal nemico, per ingannarci”.

Scritto per Vatican Insider

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