Ai piedi della Croce


Ai piedi della Croce, insieme alla Madre di Dio – in quel primo Venerdì Santo della storia del cristianesimo – c’era anche Giovanni, il discepolo prediletto, il più giovane tra gli apostoli di Gesù. I figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, da subito, erano entrati a far parte del gruppo dei Dodici. Giovanni (il cui nome in ebraico vuol dire “Il Signore ha fatto grazia”) fu tra i primi a seguire Gesù. Il giovane Apostolo sosta adesso davanti al corpo martoriato del suo Signore.

Le parole del Maestro dovevano echeggiare ancora nel suo cuore: “Chi vuol venire dietro di me, prenda la sua croce e mi segua…”; e poi un’interminabile sequenza di ricordi e di immagini ancora nitide si fanno spazio nella mente e nel cuore di Giovanni: il giorno in cui incontrò Gesù, l’ora precisa di quell’incontro, le passeggiate in riva al Mare di Galilea, la pesca miracolosa, la chiamata degli altri apostoli, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la resurrezione di Lazzaro… Non era un sogno ciò che lui, insieme agli altri apostoli, aveva vissuto e la gioia che in Gesù aveva sperimentato. Non era un sogno nemmeno quella Croce presso la quale, adesso, Giovanni silenziosamente sostava raccogliendo le ultime parole e gli spasimi dell’amato maestro. “Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, – ha ripetuto in questi giorni Papa Francesco – ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo”.

Lasciare tutto ciò che nel mondo è garanzia e stabilità di vita (affetti familiari, lavoro, averi ecc.), «condividere» un cammino faticoso e imprevedibile custodendo nel cuore la certezza della fede. Questo era il tipo di sequela proposta da Gesù. Egli stesso, inchiodato sul legno del patibolo, stava già aprendo un varco per i suoi primi seguaci. La Croce, per ogni uomo che decide di seguire Cristo, è posta all’orizzonte di questo cammino; essa è visibile da qualsiasi angolatura ed possibile raggiungerla compiendo (analogamente a Cristo) un vero e proprio atto di affidamento e di abbandono nelle mani di Dio. “Ai suoi apostoli, che hanno lasciato ogni cosa per lui, non assicura né il vitto né l’alloggio, ma solo la condivisione del suo stesso modo di vivere” (F. X. van Thuan).

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