"Dio ha veramente un posto nel nostro pensiero?"


nat_grE Dio? La questione che riguarda Lui non sembra mai urgente. Il nostro tempo è già completamente riempito. Ma le cose vanno ancora più in profondità. Dio ha veramente un posto nel nostro pensiero? La metodologia del nostro pensare è impostata in modo che Egli, in fondo, non debba esistere. Anche se sembra bussare alla porta del nostro pensiero, Egli deve essere allontanato con qualche ragionamento. Per essere ritenuto serio, il pensiero deve essere impostato in modo da rendere superflua l’«ipotesi Dio». Non c’è posto per Lui. Anche nel nostro sentire e volere non c’è lo spazio per Lui. Noi vogliamo noi stessi, vogliamo le cose che si possono toccare, la felicità sperimentabile, il successo dei nostri progetti personali e delle nostre intenzioni. Siamo completamente «riempiti» di noi stessi, così che non rimane alcuno spazio per Dio. E per questo non c’è neppure spazio per gli altri, per i bambini, per i poveri, per gli stranieri” (Benedetto XVI).

E’ solo uno – il primo per l’esattezza – dei passaggi della splendida omelia che Papa Benedetto XVI ha dettato questa notte nella Basilica dell’Apostolo Pietro, per celebrare il Natale di Cristo. Il vero problema è che: letto questo primo frammento omiletico, non riesci ad andare avanti! Le parole del Papa, rimbalzano nel nostro cuore, non si fermano, sembrano schegge impazzite, annunciano l’Incarnazione di Gesù e portano gioia… ma non si fermano, scavano fino a raggiungere l’intimità dell’essere! Provi a riprendere la lettura del testo e alle parole di fuoco precedenti se ne aggiungono delle altre, e il movimento centrifugo di quelle considerazioni diventa ancora più forte. Quell’omelia, che in oltre 10mila battute di testo il Pontefice consegna al mondo intero, non va perduta; in essa non c’è solo l’ars oratoria e la cultura di un grande pontefice, ma il mistero dell’umano e del divino che si intrecciano e si fanno storia e che la Chiesa celebra ogni anno come il più grande dei miracoli.

Testo dell’Omelia

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