Dublino: l'Eucarestia al centro per essere una cosa sola


Iec“L’Eucaristia: Comunione con Cristo e tra di noi” è il tema del 50° Congresso Eucaristico Internazionale che ha preso avvio in questi giorni a Dublino, in Irlanda. Fino al 17 giugno più di 13.000 persone, provenienti da oltre 120 Paesi (dall’Albania fino allo Zimbabwe) si incontreranno all’Arena della Royal Dublin Society per prendere parte all’evento. 18 oratori internazionali chiamati ad animare le conferenze generali, decine e decine di testimonianze e 150 laboratori previsti per il confronto.
La scelta del tema è strettamente legata collegata al Concilio Vaticano II, nel 50° anniversario della sua apertura, con particolare riferimento alla Lumen Gentium, n. 7 (La Chiesa, corpo mistico di Cristo), una delle quattro Costituzioni dogmatiche prodotte dal Concilio e pubblicata da Papa Paolo VI il 21 novembre del 1964. Il programma del 50° International Eucharistic Congress (Iec) ruota, infatti, intorno alla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia.

Ogni giorno verrà proposto un tema specifico connesso con l’argomento scelto per il Congresso. La celebrazione dell’Iec in Irlanda – ha sottolineato il legato pontificio, il card. Marc Ouellet, durante la cerimonia di apertura – è un “segno della Provvidenza di Dio”, perché il Paese è conosciuto “per la sua naturale bellezza, per la sua ospitalità e cultura, ma soprattutto per sua lunga storia di fedeltà alla fede cattolica”. All’ingresso della Royal Dublin Society campeggia la “Healing stone” (letteralmente “pietra di guarigione”), una lapide i granito scoperta durante la cerimonia inaugurale del Congresso per ricordare le vittime degli abusi sessuali. Nella “Healing stone” è stata incisa una preghiera composta da una persona che ha subito abusi.

“La Chiesa – ha riferito l’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, intervenendo alla cerimonia – deve trovare nuovi modi di essere presente nella società irlandese”, e pertanto “deve riscoprire il proprio senso di comunione superando le divisioni interne in uno spirito di amore per la Chiesa e in dialogo con la carità”.
“La mia speranza – ha continuato il Presule – è che questo Congresso possa essere un esempio di come la nostra comunione con Cristo nell’Eucaristia sia in grado di generare una nuova comprensione della comunione con l’altro”. L’argomento specifico della prima giornata dell’Iec riguardava l’unità dei cristiani nella comunione battesimale. Relatrice dell’incontro Maria Voce, il Presidente del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich. Per via di questo sacramento, ha detto Voce, i cristiani hanno il “compito specifico di costruire la comunione fra noi nell’amarci vicendevolmente come Gesù ci ha amato. Dire «sì» a questa chiamata è la grande chance della nostra vita. Non è che «dobbiamo» dire «sì», ma «possiamo» dire «sì»”.
Maria Voce ha ricordato l’intuizione carismatica della Fondatrice, quel “dialogo ecumenico” che ha permesso ai Focolarini di venire “a contatto con persone di varie Chiese, di varie fedi o anche senza riferimento religioso, stabilendo con tutti rapporti di amore reciproco”. “L’ascolto comunitario della Parola di Dio e l’attaccamento fedele all’unico Vangelo – ha proseguito – sono passi indispensabili sulla via verso la piena unità” e “in questi quasi 70 anni di vita del Movimento, abbiamo constatato che la spiritualità comunitaria ed ecumenica che cerchiamo di vivere” è capace di legare “tutti coloro che la vivono, sicché in un certo modo ci si sente già uno: un solo popolo cristiano”. “L’amore reciproco – ha concluso Voce – permette la presenza di Gesù fra più cristiani riuniti nel suo nome” ovvero “fra un cattolico e un anglicano che si amano, fra un anglicano e un ortodosso, fra un’armena e una riformata, fra un metodista e un quacchero…”.

Le prime riflessioni del Congresso sono state dunque dedicate ai temi dell’ecumenismo. Tra i riti celebrativi proposti durante la giornata una liturgia ecumenica battesimale – presieduta dal rev.do Michael Jackson, Arcivescovo di Dublino e Glendalough della Chiesa Anglicana – per ricordare la radice comune dei cristiani, che è quella del Battesimo. “Cattolici e protestanti – ha riferito Jackson – si trovano ad affrontare le stesse sfide, quella del secolarismo in particolare. Per la prima volta abbiamo bisogno di una radicale nuova evangelizzazione”. Parlando dell’Irlanda del Nord, Jackson si è rammaricato che “nel passato identità religiosa e divisioni politiche si sono sovrapposte eppure, anche nei momenti più bui, le Chiese hanno evitato la distruzione delle comunità”. “Ora che le relazioni ecumeniche sono molto più forti – ha concluso – possiamo costruire insieme il futuro che seguirà al processo di pace”.

L’arcivescovo di Dublino, mons. Diarmuid Martin, nel corso di una conferenza stampa ha espresso la sua gioia e nello stesso tempo lo stupore nel vedere così tanta gente presente al Congresso. L’Arena della Royal Dublin Society è stracolma di persone; in tanti non sono riusciti ad entrare per motivi di sicurezza ma soprattutto perché non c’era più posto. Grande, dunque è l’interesse suscitato da questo Congresso Eucaristico Internazionale.

(Pubblicato su Korazym.org)

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