"Se ti sposi ti aiuto finanziariamente"


Il Parroco di Volania, una piccola frazione di Comacchio, ha deciso di offrire 500 euro (di tasca propria) alle coppie di fidanzati che decideranno di contrarre matrimonio nel corso di quest’anno.

A guidare don Giancarlo Pirini in questa inedita iniziativa il notevole calo di matrimoni registrati nel piccolo centro di Volania (mille abitanti per circa 300 famiglie residenti) dal 1955 ad oggi.

Nel 1960, infatti, convolarono a nozze 17 coppie di sposi, nel 2006 nessuno… e quest’anno? Per quest’anno – dichiara don Pirini – “Ho deciso di garantire un piccolo aiuto a tutte quelle coppie di giovani della parrocchia di Volania che decideranno di sposarsi, donando loro di mia tasca 500 euro per sostenere in parte le spese iniziali ed aiutarli ad affrontare le difficoltà economiche”.

“Immagino – prosegue don Pirini – che molti ragazzi di oggi magari intenzionati a sposarsi siano forse reticenti all’idea per via delle difficoltà economiche che potrebbero incontrare nel loro cammino e nella costruzione di una solida famiglia”. “Quest’iniziativa – precisa il Sacerdote – era stata intrapresa già dal parroco di Santo Stefano di Cadore diversi anni fa, per incentivare il numero dei battesimi, e non voglio rubargli il merito dell’idea originaria”.

Purtroppo le condizioni economiche del nostro Paese non permettono alle giovani coppie una serena e dignitosa pianificazione  del proprio futuro coniugale, e il vecchio adagio “Due cuori e una capanna” non è, obbiettivamente, una soluzione percorribile.

C’è però una domanda alla quale sarebbe interessante poter rispondere, ed è la seguente: come facevano a sposarsi le coppie italiane nell’immediato dopoguerra, in condizioni economiche disastrose e dove bisognava addirittura sbracciarsi per ricostruire tutto?

E che dire della coppia emiliana che proprio in questi giorni ha deciso di sposarsi tra le macerie del grave terremoto che ha colpito la loro regione, con una seria incognita per il futuro, trascorrendo la luna di miele nella tendopoli?

“Care famiglie, – affermava Benedetto XVI lo scorso anno – siate coraggiose! Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! (…) Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa”.

Forse abbiamo cresciuto i nostri figli abituandoli ad avere tutto nella vita, senza comprometterli in ulteriori fatiche. Siamo sicuri che il problema legato alla possibilità di contrarre matrimonio sia legato alle carenze economiche, o forse è il coraggio della responsabilità che tiene molte coppie lontane dal fatidico “Sì”?

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