Eluana Englaro sul grande schermo


el_englaLa “Film commission” del Friuli Venezia Giulia decide di stanziare 150 mila euro per realizzare il film di Marco Bellocchio, “La bella addormentata”, ispirato alla storia di Eluana Englaro, morta tre anni fa per eutanasia, ed è subito polemica!
Il contributo è stato concesso nonostante un ordine del giorno del Consiglio regionale, votato il 20 dicembre scorso, impegnasse la Giunta regionale friulana a non elargire alcun finanziamento per la realizzazione di questo particolare film “al fine esclusivo – spiega Edoardo Sasco, capogruppo Udc in Consiglio – di non strumentalizzare una drammatica vicenda umana, il cui epilogo ha profondamente scosso e diviso l’opinione pubblica nazionale e regionale”.

Eluana Englaro – da 15 anni in coma vegetativo, a causa di un incidente stradale – moriva tre anni fa in seguito ad una aggrovigliata disputa legale portata in tribunale dal padre di Eluana e motivata (a favore dell’eutanasia) dai giudici con questa sentenza: “Vista la straordinaria durata dello stato vegetativo permanente e l’altrettanto straordinaria tensione del suo carattere verso la libertà e la sua visione della vita è stata una decisione inevitabile”. Prima e dopo la morte della Englaro, qualcuno si guardò bene dal pronunciare la parola “eutanasia” ma di fatto, in casi come questo, una vita è stata interrotta prematuramente e sulla scia delle polemiche talvolta  strumentali è stato lasciato integro il vuoto legislativo.

Indignazione e rabbia sono i sentimenti che accomunano 120 famiglie che in Friuli Venezia Giulia assistono coraggiosamente un loro congiunto in stato vegetativo, senza ricevere peraltro un centesimo da parte dell’Amministrazione locale che possa in qualche modo sostenere il carico dell’assistenza medica. “I soldi per finanziare un film sulla morte – rivela Giancarlo Pivetta, di Pordenone, papà di Alex, in stato vegetativo persistente – però si trovano!”.

“Rimango convinto – conclude Edoardo Sasco – che sia un errore sostenere e finanziare con denaro pubblico dei nostri cittadini la realizzazione di un film che comunque deve assumere una posizione etico-morale su tema così delicato e che ha profondamente scosso e diviso le coscienze delle nostre genti. Mi risulta altresì difficile accettare la produzione di uno strumento a larga diffusione che dovrebbe promuovere un’immagine positiva e di promozione della nostra Regione nel resto del Paese e all’estero e che invece la pone al centro di un messaggio di morte e di non rispetto della dignità umana”.

(Articolo pubblicato su Medeu.it)

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