Il ricordo di Falcone e Borsellino


Il prossimo 23 maggio ricorrerà il ventesimo anniversario della strage di Capaci (1992). In quella drammatica occasione, a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il giudice Giovanni Falcone sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.

Sono tante le iniziative programmate per questa particolare ricorrenza. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha indetto un concorso dal titolo “Capaci vent’anni dopo. Etica, ruolo e valore della memoria”. Ogni regione italiana parteciperà, inoltre, con una delegazione di docenti e studenti alla “Nave della legalità” che raggiungerà Palermo  il 23 maggio 2012.

Il 23 maggio è, infatti, diventata la data simbolo dell’impegno della scuola per la diffusione della cultura della legalità. Migliaia di studenti presenti ogni anno a questa manifestazione raccontano la voglia di costruire un patto tra le istituzioni, le scuole e il resto della società civile per combattere tutte le mafie e l’illegalità. Il giudice Falcone affermava: “La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l’eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni”.

“Il Giornalino”, settimanale per ragazzi del Gruppo Editoriale San Paolo, vent’anni dopo il feroce attentato (circa 500 kg di tritolo disposti una galleria scavata sotto l’autostrada nel tratto che collega l’aeroporto di Punta Raisi alla città di Palermo), ha deciso di commemorare la figura del giudice Giovanni Falcone con una particolare pubblicazione.

“Per questo mi chiamo Giovanni”, è il titolo dell’opera, tredici episodi che rielaborano nella versione a fumetti il romanzo omonimo di Luigi Garlando, edito da Rizzoli. La rilettura è opera di Claudio Stassi, che ha illustrato e riadattato fedelmente il testo originale.

Il protagonista è un bambino di Palermo, Giovanni.  Per il suo decimo compleanno, il papà gli regala una giornata speciale, da trascorrere insieme, per spiegargli perché si chiama così. Tappa dopo tappa, prende vita il racconto: padre e figlio esplorano Palermo e la storia di Giovanni Falcone, rievocata nei suoi momenti chiave, s’intreccia al presente di una città che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c’è anche a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere subito, senza aspettare di diventare grandi.

P. Stefano Gorla, direttore de il Giornalino nel presentare l’iniziativa dichiara: “Per questo mi chiamo Giovanni è un racconto che parte dalla vita e non da una vicenda di fantasia… È la storia di un magistrato onesto e coraggioso cui la mafia ha rubato la vita. Il fumetto ci aiuta a comprendere qualcosa della mafia e degli atteggiamenti mafiosi, delle violenze e dei soprusi che a volte incontriamo anche nelle nostre vite. Ma ci sono uomini, donne, ragazzi che affrontano con coraggio queste violenze. Da un momento importante nella storia del nostro Paese, una storia di crudeltà e sofferenza, dove troviamo anche coraggio, bene e speranza”.

Il Giornalino dedicherà inoltre un servizio sui fatti dell’epoca, il radicamento della mafia nella società, i martiri civili che ne restarono coinvolti, come gli agenti della scorta e la moglie del giudice, senza dimenticare il dramma di via D’Amelio. Ulteriori elementi di approfondimento saranno pubblicati nella duplice intervista agli autori che racconteranno sulle pagine del settimanale la loro esperienza.

(Pubblicato su Vatican Insider)

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