Una politica italiana "inguardabile e ridotta a litigio perenne"


pres_ceiNel corso della sua prolusione alla 63° Assemblea Generale, il presidente della CEI, mons. Angelo Bagnasco, riferisce l’inquietudine della Chiesa per la realtà politica del nostro tempo che il prelato non esita a considerare inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e noiosa.
È il dramma del vaniloquio, – prosegue Bagnasco – dentro, come siamo, alla spirale dell’invettiva che non prevede assunzioni di responsabilità. La gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più. Gli appelli a concentrarsi sulla dimensione della concretezza, del fare quotidiano, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto’.

Nell’analisi proposta dal presidente della CEI non mancano i riferimenti ad un certo tipo di stampa ‘che appare da una parte troppo fusa con la politica, tesa per lo più ad eccitare le rispettive tifoserie, e dall’altra troppo antagonista, e in altro modo eccitante al disfattismo, mentre dovrebbe essere fondamentalmente altro: cioè informazione non scevra da cultura, resoconto scrupoloso, vigilanza critica, non estranea ad acribia ed equilibrio’.

L’episcopato italiano desidera incoraggiare i gesti di assennatezza che mirano a creare condizioni di pace sociale e di alacre operosità.
Il presidente della CEI tiene poi a precisare l’attenzione dei vescovi sulle dinamiche sociali del Paese: ‘Se non parliamo ad ogni piè sospinto, non è perché siamo assenti, anzi, ma perché le cose che contano spesso sono già state dette, e ripeterle in taluni casi non serve. E se non ci uniamo volentieri al canto dei catastrofisti, non è perché siamo distratti, ma perché crediamo che vi siano tante forze positive all’opera, che non vanno schiacciate su letture universalmente negative o pessimistiche’.
E’ necessario – continua Bagnasco – ‘preparare una generazione nuova di cittadini che abbiano la freschezza e l’entusiasmo di votarsi al bene comune, quale criterio di ogni pratica collettiva’. Come ha recentemente ricordato Papa Benedetto XVI, più che un utopismo di maniera, serve una concezione della politica come «complessa arte di equilibrio tra ideali e interessi».

Se ciascuno – prosegue il presidente dei vescovi italiani – attende la mossa dell’altro per colpirlo, o se ognuno si limita a rispondere tono su tono, non se ne esce, tanto più che la tendenza frazionistica si fa sempre più vistosa nello scenario generale come all’interno delle singole componenti’.
C’è l’urgente bisogno di nuove generazioni di politici cattolici che sappiano prendersi cura fino in fondo delle esigenze dei cittadini, pertanto – conclude Bagnasco – ‘la Chiesa si sta impegnando a formare aree giovanili non estranee alla dimensione ideale ed etica, per essere presenza morale non condizionabile’.

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