La Chiesa prende le distanze


episcopiLa Chiesa prende le opportune distanze a proposito dello “scandalo Ruby” che in questi giorni mette alle strette il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Tra i primi ad esprimere il dissenso delle gerarchie ecclesiastiche il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, che già mercoledì scorso scriveva: ‘Non so come si concluderà l’indagine mila¬nese a carico del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma so che i reati che avrebbe commesso secondo i pubblici ministeri sono molto pesanti: «concussione» e «prostituzione minorile». E so che se sul piano delle possibili conseguenze penali il primo reato ipotizzato – la concussione – è il più grave, il secondo reato – la prostituzione minorile – sul piano della va-lutazione morale è addirittura insopportabile’.

Pesanti anche le affermazioni provenienti dal settimanale cattolico Famiglia Cristiana : ‘Proprio mentre la Chiesa annuncia un decennio programmato alla rieducazione cristiana della gioventù, da Arcore, dai suoi sostenitori e dai suoi critici soprattutto in tv, viene un messaggio opposto, di indecente rappresentazione del modo di vivere di tre generazioni, dei nonni, dei padri e dei figli’.

Le polemiche non si placano e il contenuto di alcune intercettazioni telefoniche incrinano la stabilità del Governo, indignando tutti gli italiani. Il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, a questo punto dichiara: ‘La Santa Sede segue con attenzione, e in particolare con preoccupazione, queste vicende italiane, alimentando la consapevolezza di una grande responsabilità soprattutto di fronte alle famiglie, alle nuove generazioni, di fronte alla domanda di esemplarità e ai problemi che pesano sulla società italiana’. ‘Credo – prosegue Bertone – che moralità, giustizia e legalità siano i cardini di una società che vuole crescere e che vuole dare delle risposte positive a tutti i problemi del nostro tempo’.
Benedetto XVI, a tal proposito, ricevendo in Udienza i Dirigenti e tutto il Personale della Polizia di Stato in servizio a Roma parla di quei mutamenti che possono generare nella persona un senso di insicurezza ‘dovuto in primo luogo alla precarietà sociale ed economica, acuita però anche da un certo indebolimento della percezione dei principi etici su cui si fonda il diritto e degli atteggiamenti morali personali, che a quegli ordinamenti sempre danno forza. Il nostro mondo, con tutte le sue nuove speranze e possibilità, è attraversato, al tempo stesso, dall’impressione che il consenso morale venga meno e che, di conseguenza, le strutture alla base della convivenza non riescano più a funzionare in modo pieno’. E’ ancora il Pontefice ad esprimere i rischi dell’odierna cultura moderna: ‘Nel pensiero moderno si è sviluppata una visione riduttiva della coscienza, secondo la quale non vi sono riferimenti oggettivi nel determinare ciò che vale e ciò che è vero, ma è il singolo individuo, con le sue intuizioni e le sue esperienze, ad essere il metro di misura; ognuno, quindi, possiede la propria verità, la propria morale’.

Un uomo politico d’altri tempi affermava: “La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico”.

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