Il Papa e gli attacchi alla libertà religiosa


Mideast Egypt Church Attack‘La dimensione religiosa è una caratteristica innegabile e incoercibile dell’essere e dell’agire dell’uomo […]. Pertanto, quando l’individuo stesso o coloro che lo circondano trascurano o negano questo aspetto fondamentale, si creano squilibri e conflitti a tutti i livelli, tanto sul piano personale che su quello interpersonale’. E’ con queste parole che Papa Benedetto XVI introduce un delicatissimo ed importante discorso sulla libertà religiosa, rivolto ai membri del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede incontrati in questi giorni.

Le sanguinose e recenti aggressioni alle comunità cristiane d’Oriente, le inquietanti prese di posizione contro la salvaguardia della vita umana e la conseguente demolizione dei principali simboli della fede cristiana impongono una seria riflessione. ‘In questo panorama, – afferma il Pontefice – non vi sono forse numerose situazioni nelle quali, purtroppo, il diritto alla libertà religiosa è leso o negato? Questo diritto dell’uomo […] non è forse troppo spesso messo in discussione o violato? Mi sembra che la società, i suoi responsabili e l’opinione pubblica si rendano oggi maggiormente conto, anche se non sempre in modo esatto, di tale grave ferita inferta contro la dignità e la libertà dell’homo religiosus, sulla quale ho tenuto, a più riprese, ad attirare l’attenzione di tutti’.

Gli attentati che in questi giorni hanno colpito il cristianesimo orientale, in Iraq e in Egitto, favoriscono un clima di terrore e di instabilità sociale, costringendo la gente di fede cristiana ad abbandonare la loro Patria. ‘Questa successione di attacchi – ricorda Papa Ratzinger – è un segno ulteriore dell’urgente necessità per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficoltà e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose’. E ancora: ‘Tra le norme che ledono il diritto delle persone alla libertà religiosa, una menzione particolare dev’essere fatta della legge contro la blasfemia in Pakistan: incoraggio di nuovo le Autorità di quel Paese a compiere gli sforzi necessari per abrogarla, tanto più che è evidente che essa serve da pretesto per provocare ingiustizie e violenze contro le minoranze religiose. Il tragico assassinio del Governatore del Punjab mostra quanto sia urgente procedere in tal senso: la venerazione nei riguardi di Dio promuove la fraternità e l’amore, non l’odio e la divisione’.

Oggi, in quanto cristiani, vorrebbero “imbavagliarci” per impedirci di prendere posizione su determinate scelte etiche e sociali, vorrebbero farci credere che la fede è un pio sentimento umano che nulla ha a che fare con la vita, i problemi e le scelte legate ad essa. Il cristiano – secondo la logica di qualcuno – dovrebbe occuparsi “esclusivamente” della celebrazione rituale della fede, in un “esercizio professionale” limitato alle pareti della sacrestia, così da non intralciare (con scomodissime ingerenze morali) il cammino dell’odierna società moderna!

‘Si tende a considerare la religione, ogni religione, – prosegue Benedetto XVI – come un fattore senza importanza, estraneo alla società moderna o addirittura destabilizzante, e si cerca con diversi mezzi di impedirne ogni influenza nella vita sociale. Si arriva così a pretendere che i cristiani agiscano nell’esercizio della loro professione senza riferimento alle loro convinzioni religiose e morali, e persino in contraddizione con esse, come, per esempio, là dove sono in vigore leggi che limitano il diritto all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari o di certi operatori del diritto’.

Al termine del suo discorso il Pontefice chiarisce: ‘Vorrei infine ribadire con forza che la religione non costituisce per la società un problema, non è un fattore di turbamento o di conflitto. Vorrei ripetere che la Chiesa non cerca privilegi, né vuole intervenire in ambiti estranei alla sua missione, ma semplicemente esercitare questa missione con libertà’.

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