Il famosissimo medico psichiatra e neurologo austriaco Sigmund Freud (1856-1939) diceva che “L’umorismo è il più eminente meccanismo di difesa”. Sarà anche vero ma preferisco ciò che affermava a tal proposito lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij (1821-1881): “Si conosce un uomo dal modo in cui ride”.
Credo che la capacità di ridere sia una delle terapie migliori per riconquistare la gioia di sentirsi “vivi dentro” e di riprendere a camminare anche dopo una sonora batosta (gentilmente offerta dagli innumerevoli drammi della vita!). Un sorriso, uno sguardo d’amicizia può sempre catturare la nostra attenzione e restituire una nuova speranza a chi cerca faticosamente di riemergere dalle macerie dalle quali è stato travolto. “Lo sai anche tu, certi giorni non ti riesce nulla, oppure sei stanco, sfinito, e niente ti dà sollievo, e all’improvviso nella folla incontri uno sguardo semplice, uno sguardo umano ed è come se avessi ricevuto la comunione e subito tutto è più facile…” (A. Tarkovskij).
Chi è capace di ridere ha così una duplice responsabilità: se stesso e l’altro!
Dio benedica tutte quelle persone che, in un modo o in un altro, ci hanno regalato l’opportunità di “non morire dentro”, lasciando nel nostro cuore la misteriosa traccia della presenza di Dio. Il grande comico inglese Charlie Chaplin (1889-1977) diceva che “Un giorno senza un sorriso è un giorno perso”.
La saggezza popolare è solita affermare che quando i neonati ridono è perché vedono Dio! Certamente non siamo di fronte ad un dogma di fede, ma quant’è bello poterlo credere davvero!!!
Si,concordo.Talvolta,basta un solo sorriso sul viso di una persona incontrata per strada, per restituirti un po’di serenita’nel cuore,e riprendere a sorridere di nuovo!!