Dublino 2012: alla scuola eucaristica di Maria


Il penultimo giorno del Congresso Eucaristico Internazionale di Dublino è interamente dedicato alla figura della Vergine Maria: “Comunione nella Parola attraverso Maria”. Gli irlandesi nutrono una particolare devozione alla Madonna; fu proprio a Dublino, infatti, il 7 settembre 1921, che il Servo di Dio Frank Duff fondò “La Legione di Maria”, un’organizzazione laica al servizio della Chiesa Cattolica il cui scopo è lo sviluppo spirituale dei suoi membri e l’annuncio di Cristo attraverso Maria. La Legione è presente con oltre 10 milioni di membri in tutto il mondo. In Italia, il movimento penetrò nel 1943, prima a Roma e Torino e successivamente in quasi tutte le altre regioni. Nel mondo intero risulta, in base ai dati statistici, che la Legione di Maria è stata introdotta in circa 1900 Diocesi e quasi tutte le Nazioni.

La dinamicità e l’azione attiva sono le caratteristiche principali della Legione; il fondatore stesso asseriva che una devozione a Maria non può essere passiva, inerte, senza riflessi nella vita del prossimo. Amare è agire. Perciò si esige dai membri di riunirsi ogni settimana, di recitare determinate preghiere, di soccorrere gli indigenti o i rifiuti della società, di rieducare e ricondurre nella via maestra i lontani e ridonare ai cattolici indolenti il senso della loro dignità e responsabilità.

Il card. Robert Sarah, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, intervenendo al Congresso, a proposito di Maria ha riferito: “Noi riceviamo il dono della fede attraverso l’ascolto della Parola di Dio e aprendo il cuore alla potenza trasformatrice della grazia. Maria è il nostro modello”. Maria è nostro modello anche nei momenti più difficili della nostra esistenza; “le nostre vite – prosegue mons. Sarah – sono contrassegnate spesso dall’oscurità della fede. A livello personale, alcuni di noi sono afflitti da sofferenze fisiche o rapporti difficili, a livello nazionale e mondiale ci troviamo di fronte a sfide morali senza precedenti che minacciano le radici del cristianesimo e il tessuto stesso della società. (…) Anche nella Chiesa, i peccati e gli scandali rovinano la chiamata alla santità. Solo la fede in un Dio che alla fine trionfa può dare vita ad una speranza che ci sostiene nonostante le tenebre, permettendo all’amore di Dio di entrare come luce del mondo”.
Questo amore si è fatto Carne – conclude Sarah – entrando nel mondo (per trasformarlo definitivamente) attraverso la giovane ragazza ebrea, Maria, nel piccolo villaggio di Nazareth.

Mons. Frank Caggiano, Vescovo di Brooklyn, New York, ha affidato ai giovani (incontrati durante il Congresso) un compito speciale: “La vostra generazione è la prima a vivere comodamente nel virtuale mondo elettronico.Vi chiedo di essere presenti in questo mondo virtuale come testimoni del Signore Gesù. Credo che molte persone, soprattutto giovani, stiano cercando nel web una parola di speranza per i loro problemi, una parola di conforto nelle loro paure, una parola di benvenuto nella loro solitudine”. A proposito della preghiera e dei ritmi frenetici del nostro tempo mons. Caggiano riferisce: “La preghiera diventa più semplice se siamo capaci di fare silenzio. Venendo da New York City, la città che non dorme mai, il silenzio non è facile neanche per me. Considerato il ritmo frenetico della nostra vita e la nostra capacità di comunicare elettronicamente ogni minuto di ogni giorno, il silenzio può anche spaventare. Ma Dio ha bisogno di un luogo dove poter parlare al nostro cuore. E per ascoltare dobbiamo imparare a fare silenzio e ad aspettare con pazienza”.

Il 50.mo Congresso Eucaristico Internazionale volge verso la conclusione. C’è grande attesa (non si parla d’altro!) per le parole che Papa Benedetto XVI consegnerà, attraverso un video-messaggio, ai rappresentanti convenuti a Dublino. Cosa dirà il Papa? Il desiderio di ascoltare le indicazioni del Pontefice è notevole, soprattutto per il futuro, per non disperdere i primi germogli nati durante il Congresso dopo le drammatiche vicende che hanno infangato la Chiesa irlandese. Il Primate d’Irlanda, mons. Diarmuid Martin, a proposito del Congresso dice: “è la prima volta da anni che c’è qualcosa del genere, e la presenza di una nuova generazione di teologi, anche laici, è stata particolarmente interessante. Bisogna incoraggiare e sostenere questo processo. Così come la dimensione ecumenica, che è un fatto nuovo per un congresso eucaristico: è interessante vedere l’interesse che c’è da parte delle altre Chiese cristiane, non solo in Irlanda, perché anche loro affrontano gli stessi problemi nel confronto con una società secolarizzata. E per quanto possibile bisogna dare una testimonianza comune”.
“Ragionare sui numeri è inutile” – prosegue mons. Martin –. Perché ciò che conta è “la qualità del rinnovamento”, e il Congresso “è solo la punta dell’iceberg, di un movimento che abbraccia tutta l’Irlanda”. “l’Anno della Fede – conclude l’Arcivescovo di Dublino – sarà un elemento importante come continuazione di tutto ciò”.

(Scritto per Korazym.org)

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