Non conosco l’autore di questo apologo ma merita di essere proposto:
Una sera la tartaruga decide di andarsene a fare un giro notturno. Il rospo che la vede le dice: “Che imprudenza uscire a quest’ora!”. Ma la tartaruga continua e, mentre fa un passo più lungo dell’altro, si ritrova girata sulla schiena. Il rospo esclama: “Te l’avevo detto! E’ un’imprudenza, ci lascerai la vita!”. Deliziosa, con gli occhi pieni di malizia, la tartaruga gli risponde: “Lo so bene. Ma per la prima volta vedo le stelle”.
Per la prima volta la tartaruga può contemplare una parte di mondo da lei sconosciuta fino ad allora; bisognava che inciampasse per trovarsi girata sulla schiena e improvvisamente illuminata dal chiarore delle stelle. Quante cose – anche noi come la piccola tartaruga – non conosciamo se non con gli occhi della fede, e quante altre cose ci sfuggono fuori da questo sguardo!
“Ci sono tante cose che non vediamo e che esistono e sono essenziali. – diceva Benedetto XVI alcuni anni fa rispondendo alla domanda di un bambino sulla reale presenza di Cristo nell’Eucaristia – Per esempio, non vediamo la nostra ragione, tuttavia abbiamo la ragione. Non vediamo la nostra intelligenza e l’abbiamo. Non vediamo, in una parola, la nostra anima e tuttavia esiste e ne vediamo gli effetti, perché possiamo parlare, pensare, decidere ecc… […] In una parola, proprio le cose più profonde, che sostengono realmente la vita e il mondo, non le vediamo, ma possiamo vedere, sentire gli effetti. L’elettricità, la corrente non le vediamo, ma la luce la vediamo. E così via. E così anche il Signore risorto non lo vediamo con i nostri occhi, ma vediamo che dove è Gesù, gli uomini cambiano, diventano migliori”.
Nel libro biblico del profeta Osea leggiamo: «Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevare lo sguardo» (Os 11, 7).
Grazie infinite per tanti suggerimenti alla riflessione che leggo sempre e ricambio con una preghiera. Come sarebbe bello poter guardare sempre in alto e pensare soprattutto alle cose divine! Voglio augurarmi che “l’anno della FEDE”, sapientemente organizzato dal Papa,porti luce in questo nostro mondo. Tanti affettuosi auguri per il 2013, sotto lo sguardo della Vergine Immacolata e di Gesù Eucaristia. Un abbraccio, Sr. M. Geltrude.
Grazie di vero cuore, Sr. Maria Geltrude, per quella preghiera che accompagna la lettura di queste modeste riflessioni. Aver conosciuto questo particolare mi riempie di sincera gioia. Grazie ancora.
Bellissima, te la copio e la invio ai miei amici.
La conversione all’inizio provoca dolore ma poi…. gioia
grazie sempre
luisa
Grazie a te,carissima Luisa. Un abbraccio.
Grazie,Michelangelo,per il tuo impegno nel suggerire,a noi qualche volta distratti,a rivolgere lo sguardo verso il cielo…
Dopo è importante fissare lo sguardo verso il prossimo e ritrovare lo stesso cielo.Un abbraccio,Antonietta
Ciao Antonietta, grazie per le tue parole di amicizia. Buona Domenica.
Michelangelo complimenti perchè anche oggi mi hai dato buoni spunti di riflessione.grazie Antonio
Ciao Antonio, grazie e buona Domenica.
Ho gradito molto questa favola della tartaruga,e la sua morale.Grazie!!
Ciao Antonella, mi fa piacere del gradimento. Ti auguro una buona Domenica e ancora grazie.
Un racconto che fa riflettere. Grazie
Ho letto la tua storia sulla tartaruga, mi è piaciuta tantissimo. Ciao quando avrò un po di tempo come oggi ti seguirò. Ciao
Ciao Diego, grazie per il tuo messaggio. Alla prossima.
Cara Paola un grazie anche a te. Buon inizio di settimana.
Ciao Michelangelo. L’autore dell’apologo è Trilussa.
Grazie per tutto quello che fai
Mentre, una notte, se n’avvava a spasso,
la vecchia Tartaruga fece er passo
più lungo de la gamba e cascò giù
co’ la casa vortata sottinsù.
Un Rospo je strillò: – Scema che sei!
Queste so’ scappatelle
che costeno la pelle…
– Lo so: – rispose lei –
ma, prima de morì vedo le stelle.
(La Tartaruga)
Antonietta Milella (splinder laprimaparola)
@ Scintillanti
Grazie davvero per averci fatto conoscere l’autore di questo bellissimo sonetto e grazie anche per le tue parole di amicizia. Ti abbraccio.