Non convince molto l’articolo di Eugenio Scalfari, “Sospesi tra Natura e divino”, proposto venerdì scorso su Repubblica, a proposito del nostro «Io» e l’analisi tra fede e ragione. Il fondatore di Repubblica tocca diversi temi – ciascuno dei quali meriterebbe una verifica meno approssimativa – sull’identità dell’uomo e l’esistenza di Dio, ma l’esito ragionato in chi legge risulta confuso e inconsistente. Scalfari, coraggiosamente, nella prima parte dell’articolo offre uno sguardo introspettivo sui temi che riguardano l’«Io» e la capacità creativa di Dio, corredando il pezzo con tante giuste domande ma prive di “esaurienti” risposte, rischiando inoltre di perdere per strada il lettore prima che giunga al termine dell’articolo. Dall’«Io», la creazione, gli animali si passa poi (e questo sembra il cuore del discorso) alla possibilità di accettare un dio unico o una pluralità di divinità. Poi, il fondatore di Repubblica, improvvisamente, – anche se appare una forzatura contenutistica – parla di Papa Francesco definendolo «tra gli uomini di fede, quello con il pensiero più moderno e più complesso di tutti». Una conclusione immotivata e “sospesa”, come suggerisce il titolo stesso dell’articolo!
Foto: Il Giornale