Qualcuno ha trovato un “Rosario” nel testo dettato ieri del Papa?


Il titolo di un articolo (e parte del suo contenuto) comparso ieri sulla pagina web del “Messaggero” di Roma risulta sproporzionato rispetto alle parole realmente pronunciate da Papa Francesco durante l’omelia in occasione della celebrazione dell’Epifania. Il “Messaggero” titola infatti: «Il Papa ai credenti: non basta avere un rosario in mano, bisogna imparare ad adorare Dio e non il proprio Io».

Riascoltando e rileggendo l’omelia (e per scrupolo anche il testo dell’Angelus) è possibile constatare che Papa Francesco nella giornata di ieri non ha, in nessun passaggio del suo discorso, fatto alcun riferimento al “Rosario”. Tuttavia il “Messaggero” anche in apertura al suo articolo, scrive che «ci sono cristiani che hanno sempre un rosario in mano ma in realtà non sanno adorare Dio».

Non siamo poi d’accordo sul fatto che, come scritto dal “Messaggero”, «Papa Francesco dedica la messa dell’Epifania ad una riflessione alla tendenza di tante persone che pur auto-proclamandosi credenti e devoti in realtà si limitano a gesti esteriori, ad una apparenza o a una consuetudine». Il Pontefice infatti nel suo discorso – pur soffermandosi su alcuni aspetti parenetici riguardanti la vita cristiana – offre un’ampia riflessione sul significato e l’importanza dell’adorazione che – come c’insegnano i Re Magi – va rivolta a Dio. «Adorare – afferma Papa Francesco – è incontrare Gesù senza la lista delle richieste, ma con l’unica richiesta di stare con Lui. È scoprire che la gioia e la pace crescono con la lode e il rendimento di grazie. Quando adoriamo permettiamo a Gesù di guarirci e cambiarci. Adorando diamo al Signore la possibilità di trasformarci col suo amore, di illuminare le nostre oscurità, di darci forza nella debolezza e coraggio nelle prove».

Comunque, del “Rosario” menzionato nel titolo e in apertura dell’articolo, nessuna traccia nell’omelia di Papa Francesco. Ci chiediamo allora: bisogna considerare questa citazione una libera interpretazione sulle parole “non” dette dal Papa – come quelle alle quali ci ha abituati in questi anni Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano “Repubblica” – o un esplicito attacco politico al leader della Lega, visto che il “Messaggero” a corredo del pezzo, oltre al titolo, inserisce la foto con Matteo Salvini mentre stringe in mano e bacia un “Rosario”?

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