«Non abbiate paura!». Ancora oggi Papa Wojtyła parla al cuore dell’uomo


E chi la dimentica più quella singolare espressione che fece di un cardinale di santa romana chiesa uno dei pontefici più amati dalla storia! «Non so se posso bene spiegarmi nella vostra… nella nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corriggerete». Il computer ha tentato più volte di correggere automaticamente quelle parole che Giovanni Paolo II – in un italiano ancora incerto – rivolse alla folla radunata in piazza San Pietro durante il primo saluto da pontefice, parole che lo resero immediatamente simpatico a tutto il mondo.

Era il 16 ottobre del 1978 e dalla loggia delle benedizioni iniziava il pontificato di Karol Wojtyła, una pagina di storia che ha reso ancora più forte e stabile l’esperienza del cristiano nel mondo, con lo sguardo rivolto verso Cristo e la Vergine Maria a cui Giovanni Paolo II era particolarmente devoto.

Quando Wojtyla, infatti, entrò per la prima volta nel suo nuovo appartamento, portava con sé una valigia in similpelle e una sacca di tela grezza. Si racconta anche (cf. “Il pastore venuto da lontano”, Stefano De Andreis – Marcella Leone) che «dopo l’elezione, da Cracovia gli arrivò un piccolo ritratto in argento della Madonna Nera di Czestochowa, la patrona della Polonia, che teneva già nella sua cameretta all’arcivescovado. Con un chiodo scovato chissà dove, cercò di appenderla al muro, battendo con un pesante fermacarte di bronzo che sta, forse, da secoli, sul tavolo dello studio privato del Papa, accanto alla stanza da letto. Ma fu scoperto da padre Magee, che gli strappò letteralmente di mano l’immagine, facendogliela poi ritrovare poche ore dopo appesa in una elegante teca di velluto rosso».


Permettere a Dio di entrare nel nostro tempo, nella quotidianità della vita per renderla qualitativamente santa, abbattendo gli ostacoli, superando ogni sorta di paura che genera nel cuore dell’uomo sconforto e disperazione. Questa era probabilmente la condizione interiore di molti popoli sul finire degli anni ’70. Umiliati e soffocati da un certo tipo di potere ideologico, intere generazioni di uomini e donne avevano perso ogni fiducia. Il potere del mondo li stava educando a fare a meno di Dio!

Quando gli uomini (questo lo testimonia la storia sacra di tutti i tempi), disorientati e in preda allo sconforto, sono incapaci di guardare al futuro Dio interviene regalando al mondo un nuovo Santo. E così, sul finire degli anni ’70 (precisamente il 16 ottobre del 1978) il buon Dio decide di regalare agli uomini un Papa il cui compito sarebbe stato quello di restituire speranza al cuore dell’uomo. Le primissime parole pronunciate da Giovanni Paolo II furono infatti: “Non abbiate paura!”.

«Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna» (Giovanni Paolo II – Discorso di inizio pontificato – 22 ottobre 1978).

I primi a trarre beneficio da quelle parole furono proprio coloro che vivevano nella paura. In modo particolare quelle nazioni la cui libertà era stata indiscutibilmente negata. Quel Papa polacco, da subito, fu considerato una seria minaccia per il potere dittatoriale di alcune grandi nazioni. Nessuno, però, riuscì a fermare (l’attentato al Papa del 13 maggio del 1981 ne è una testimonianza) questo grande testimone di Cristo!

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