Quel Rosario intrecciato tra la sciabola e l’elsa del
Carabiniere è l’immagine maggiormente rappresentativa della caratura umana e
spirituale del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, ucciso in questi giorni con
11 coltellate. Le notizie di questi giorni ci hanno raccontato i tanti episodi
di solidarietà e di carità cristiana che ardevano nel cuore di questo
giovane vicebrigadiere e che si rivolgevano verso i bisognosi, gli
ammalati e i cittadini in difficoltà.
Una testimonianza di fede cristiana e di responsabilità civile che monsignor
Santo Marcianò, Ordinario militare per l’Italia, ha meravigliosamente
accompagnato con queste parole durante l’omelia dei funerali: «Caro Mario, quello che è successo è, e
rimane, profondamente ingiusto, ma la tua morte rappresenta una testimonianza
di amore e di fede più intensa di quanto si potesse immaginare, quando le
parole di Gesù risuonavano proprio in questa Chiesa nel giorno del tuo
matrimonio: «Non sia accende una lampada per metterla sotto il moggio ma sul
candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa» (Mt 5,15). Mario
in vita la tua luce era rimasta nascosta, tra i familiari e gli amici, in
questo Paese natale [Somma Vesuviana] che ti adorava, nel quartiere dove
prestavi servizio a Roma, oggi però splende davanti agli uomini, diventando per
la nostra Nazione, per il Mondo, per la Chiesa tutta faro che indica la strada,
esempio che illumina, fonte di speranza che sostiene. Così, molti, vedendo le
tue opere buone potranno rendere gloria al Padre che è nei cieli. Questo,
Mario, è il dono che ci lasci, e ne siamo certi, questo era il tuo desiderio.
Grazie Mario, prega che sia anche il nostro desiderio, perché il tuo ricordo
aiuti noi a diventare più buoni, per dare sapore alla Terra, per dare speranza
a questo nostro mondo, così come il sale e la luce. Grazie Mario, riposa in
pace e così sia».