Giorgio La Pira a Franco Zeffirelli: “Qualunque cosa dicano di tua madre, non vergognarti mai: la maternità è santità”


Franco Zeffirelli riconosceva la propria vita come un “premio”, e nel motivarne il significato ci regala una splendida definizione di maternità che mette in ginocchio qualsiasi idea abominevole di aborto: «una madre che genera una vita – diceva Zeffirelli – è una donna premiata qualunque sia la sua situazione, qualunque siano i conti da pagare, qualunque siano i suoi problemi emozionali: ha il marito, non ha il marito, ha quello che la ricatta, quello che l’ha abbandonata».

A pochissimi giorni dalla morte di uno dei registi italiani più grandi, il magazine “Vita” ripubblica un’intervista al maestro Zeffirelli del 9 agosto 2002, dove scopriamo alcuni dettagli inediti sulla vita del grande Maestro.

Nato dalla relazione di due persone entrambe già sposate, Franco Zeffirelli superò il pericolo dell’aborto grazie alla determinazione della madre; «io nacqui – spiegava il Maestro – contro il parere di tutti, perché mia madre ripugnava il pensiero di uccidermi».

Il cognome Zeffirelli (che non è quello dei due genitori) fu un’invenzione artistica della madre. Un’antica tradizione dell’ospedale degli Innocenti di Firenze, infatti, attribuiva una lettera ad ogni giorno della settimana, «Il giorno che nacqui io – precisava il Maestro – toccava alla Z e mia madre, che oltre ad essere una grande sarta era musicista, pianista, un’appassionata di Mozart, con tanto di farfalle e zeffiretti [da un’aria di Mozart da lei molto amata (dell’Idomeneo), ndr], quando le proposero la Z come iniziale, all’impiegato comunale disse, appunto Franco Zeffiretti. Quello non capì bene e, invece delle doppie “t”, mise le doppie “l”: Franco Zeffirelli».

Magazine “Vita” ci regala un’altra interessante pagina della vita di Zeffirelli. Il convento di San Marco a Firenze, dove visse da piccolo, era frequentato da Giorgio La Pira, futuro padre della Costituzione repubblicana e “sindaco santo” di Firenze. Un giorno La Pira, assistendo ad una rissa tra Zeffirelli e un suo coetaneo, intervenne chiedendo cosa stava succedendo: «”Ha detto che mia mamma è una puttana”, gli risposi. […] Mi portò su di corsa proprio davanti al dipinto dell’Annunciata di frate Angelico. “Lo sai cosa è questo?” mi chiese. “L’Annunciazione” risposi. “E sai cos’è l’Annunciazione?” “E beh, è venuto un angelo davanti alla Madonna e le ha detto che sarà madre di Gesù?” “Sì va ben’ ma come?” “E la madre di Gesù?” feci io sempre più confuso. “Come sarebbe diventata la madre di Gesù?” A quel punto io mi impappinai definitivamente, perché sapevo come nascevano i figlioli, ma non volevo attribuirlo a Dio. Allora mi aiutò lui: “Perché lo Spirito divino è disceso nella carne, nel ventre di questa donna e si è incarnato. Hai capito? Quindi non vergognarti mai. La maternità è sempre santità. Qualunque cosa dicano di tua madre, tu la devi pensare sempre come una santa perché è come la Madonna, e quando avrai bisogno di qualcosa nella vita prega la Madonna e pregherai tua madre”.

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