“Dolore e sofferenza: interpretazioni, senso e cure”


Foto tratta da Vatican Insider

«Dolore e sofferenza: interpretazioni, senso e cure» è il titolo del convegno promosso dall’Istituto internazionale di Teologia Pastorale sanitaria Camillianum, per celebrare i trent’anni di attività accademica. Una iniziativa, questa, che intende promuovere il senso cristiano della sofferenza in un contesto culturale pluralista. L’orizzonte della speranza, infatti, e l’impegno a ricercare e migliorare le condizioni che aiutano a lenire il dolore, rappresentano il principale orientamento contenuto nella fede cristiana.

L’Istituto Camillianum – incorporato alla Pontificia Università Lateranense, e per il conseguimento di gradi accademici di Licenza e Dottorato in Teologia Pastorale sanitaria, oltre al Diploma di alta Formazione in Pastorale della Cura e della Salute – ha come principale obiettivo quello di promuovere la civiltà cristiana della cura, secondo l’ispirazione proveniente dalla carità pastorale che animò san Camillo de Lellis. Una proposta accademica che oltre a offrire gli strumenti per un confronto culturale e teologico cerca di aiutare gli studenti a incarnare un insieme di idee, di percezioni profonde, necessarie al rapporto interpersonale, all’ascolto del sofferente.

Tra gli aspetti principali che – dal 30 al 31 ottobre 2017, nell’aula magna «Emidio Spogli» del Camillianum – il Convegno intende mettere in luce, vi è l’esperienza della sofferenza dal punto di vista umano, terapeutico e cristiano. Di fronte al dolore non ci sono spiegazioni – sottolinea il preside, Palma Sgreccia – e la fede rappresenta una travagliata partenza, un impegno per una collettiva ricerca di condizioni che aiutino a lenire il dolore. Il dolore, inoltre, insegna la finitezza, dalla quale apprendiamo l’insegnamento del limite, la moderazione dell’agire, la responsabilità della cura fatta di equilibrio, evitando abbandoni e accanimenti.

L’esperienza del dolore impone anche il coraggio, evitando la fuga di fronte alla sofferenza e alla possibilità remota di un fallimento dell’intervento terapeutico, ma vuol dire anche capacità e determinazione di mettere in atto tutti i mezzi disponibili. Il senso cristiano della sofferenza è vicinanza, compassione, risposta d’amore alla luce della Croce di Cristo, che non è compiacenza per il patire, ma piuttosto esprime la disponibilità a con-soffrire.

Fattori decisivi per la fondazione del Camillianum furono la pubblicazione – durante il pontificato di Giovanni Paolo II – della lettera apostolica «Salvifici doloris» (11 febbraio 1984) e del motu proprio «Dolentium hominum» (11 febbraio 1985), con il quale è stata costituita la Pontificia Commissione per la Pastorale degli Operatori sanitari (divenuta in seguito Pontificio Consiglio).

Durante le due giornate di convegno si alterneranno diverse autorità accademiche, medici, teologi e rappresentanti della gerarchia ecclesiastica di livello internazionale. «L’umanesimo socio-sanitario promosso attraverso la Teologia Pastorale sanitaria – precisa Palma Sgreccia – si nutre di dialogo e confronto in un contesto pluralista che ci invita a ricercare le convergenze possibili, senza generare contrapposizioni con il mondo secolarizzato o con altre culture religiose. Il percorso di studio del Camillianum sviscera, da più punti di vista, i temi della salute, della malattia, della sofferenza, del male, della cura, della guarigione, della speranza e della salvezza».

Il Convegno metterà a tema il dolore e la sofferenza, e la possibilità che questa possa diventare luogo di solidarietà con gli altri e con Dio, luogo di fiducia e speranza. «Non dobbiamo pensare al dolore – scriveva il filosofo francese Emmanuel Mounier – come a qualcosa che ci viene strappato, ma come a qualcosa che noi doniamo. […] Giorni pieni d’una grazia sconosciuta».

Scritto per Vatican Insider

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