“800 km… per ritrovarmi”, un racconto di conversione durante il Cammino di Santiago


Una vita fatta di sballo, indifferenza, satanismo, alcol e cocaina, fondata sulla più classica delle convinzioni: credere di essere dio! Un sedicenne lontano dalla fede e dagli affetti familiari, che attraversa le strade della propria giovinezza con la folle illusione di poter bastare a se stesso, consumando la propria esistenza nell’esercizio di stravaganti e pericolose trasgressioni. Sono le premesse che Emanuele Masina racconta nel suo libro, “800 km… per ritrovarmi”, edito da Edizioni Messaggero Padova (Emp), prima di lasciare spazio al cammino di conversione che lo porterà a superare il baratro della morte verso cui sembrava destinato.
In cammino verso Santiago di Compostela (il famoso pellegrinaggio verso la tomba dell’apostolo Giacomo), l’autore, che oggi vive nel bresciano e lavora in una fabbrica come operaio, inizia così una nuova avventura che lo porterà a ritrovare se stesso e l’efficacia di una fede in Dio mai vissuta pienamente prima di allora. «Nella mia adolescenza – racconta – mi sono tuffato in acque sporche, dove il fondo non si vedeva mai. Per risalire in superficie ho risposto a un invito e mi sono trovato a camminare sotto il sole per ventinove giorni, imparando ad ascoltare, e specialmente ad ascoltarmi dentro».

Il tragitto è faticoso, e nelle pagine del suo libro, Emanuele Masina, ne racconta le emozioni e le domande che albergano nel suo cuore, talvolta aggrovigliate e apparentemente senza risposta, che lo portano a poco a poco a riconosce la fragilità umana e nello stesso tempo la possibilità di dare alla propria vita un orizzonte diverso. «Ho scoperto la mia vera natura. Ho capito chi sono e cosa voglio dalla vita. Questi ottocento chilometri mi hanno aiutato a rivivere i mille errori commessi, verso i miei familiari, il mondo e tutta l’umanità intera per farmi vergognare di cosa ero diventato. Adesso ho acquisito una forza interiore così grande, che voglio condividere con tutti voi».

Il testo edito da Edizioni Messaggero Padova racconta le contraddizioni e il desiderio di stabilità interiore vissuto spesso da molti giovani, l’assenza – come lo definisce l’autore – di «un alleato invisibile» capace di riempire un’intera esistenza. Adesso – spiega Masina al termine del suo cammino – «vivo la vita con semplicità, cercando di non pretendere troppo da essa. Mi affido alla divina provvidenza per fare le scelte importanti. Ho abbandonato il superfluo dei miei averi. Non voglio indossare nessuna maschera per apparire bello agli occhi delle persone. Voglio essere me stesso in tutti i giorni che avrò ancora da camminare. Ho riacquistato la fiducia nelle persone e con umiltà, accetto le sfide che mi vengono proposte ogni giorno davanti a me, cercando di migliorarmi sempre di più e volgendo il mio sguardo al cielo».

Serve un viaggio – scrive Luciano Monari, vescovo di Brescia, nella prefazione del libro – per «reimparare a fare attenzione alla natura con la sua bellezza, anche la sua ripetitività. […] Se la persona accetta di vedere il suo passato così com’è, senza giustificarlo a priori, senza alterarlo con razionalizzazioni, il risultato è che il passato poco alla volta guarisce e prendono forza desideri nuovi, i desideri più veri e profondi del cuore».

800 km… per ritrovarmi” verrà presentato al Festival biblico di Vicenza nei prossimi giorni, in un dibattito che vedrà protagonisti Emanuele Masina, padre Guidalberto Bormolini, liutaio e teologo, fra Andrea Vaona, francescano conventuale e collaboratore «Messaggero di sant’Antonio».

Emanuele Masina, “800 km… per ritrovarmi”, Edizioni Messaggero Padova 2017, pp. 96.

Scritto per Vatican Insider

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