Palermo, veglia per l’unità della Chiesa dopo gli attacchi. Lorefice: “Non condanniamo nessuno”


Foto: Arcidiocesi di Palermo

Ieri sera nella Cattedrale di Palermo, gremita fino all’inverosimile, si è svolto il momento di Adorazione Eucaristica per l’unità della Chiesa palermitana. Un importante momento di preghiera ritenuto indispensabile a seguito della pesante protesta montata in questi giorni dal sacerdote del capoluogo siciliano, Alessandro Minutella.

Nelle parole pronunciate da monsignor Lorefice durante la veglia nessuna condanna, né particolari riferimenti alle accuse che gli sono state riservate in questi giorni. Lorefice ha ricordato – alla composta assemblea di circa 4mila fedeli – che l’Eucaristia è sacramento dell’amore di Dio e dell’unità della Chiesa, «nessuno di noi è qui, oggi, per un altro motivo, solo per testimoniare che lo Spirito è all’opera per la sua Chiesa». «Ti chiediamo perdono, Signore, perché non sempre siamo stati capaci di far sì che lo Spirito ci rendesse l’unico Corpo di Cristo, a cominciare dal vescovo. A cominciare da me, ti chiediamo perdono, perché le diverse sensibilità ci possono dividere, ma quando siamo davanti al mistero dell’Eucaristia allora siamo tutti riuniti, per confessare l’immenso amore in Cristo che ci unisce. Nessuno è un condannato, nessuno è un escluso. Siamo tutti dei chiamati a non spegnere lo Spirito. Per questo ci siamo riuniti».

Nessun applauso, né ovazioni hanno interrotto il clima di preghiera che si è venuto a creare. Il colpo d’occhio è evidente, e la presenza di così tante persone  è stata certamente significativa. La Chiesa di Palermo si è stretta innanzitutto intorno all’Eucaristia: monsignor Lorefice non ha dettato la sua riflessione dalla storica cattedra episcopale della Cattedrale, ma in ginocchio, davanti all’ostensorio contenente il corpo di Cristo. Numerosa anche la presenza dei sacerdoti, dei diaconi e dei religiosi.

«Preghiamo per tutti – ha detto il presule al termine della serata –, nessuno si senta escluso, preghiamo per l’unità della Chiesa, nessuno si senta condannato. Grazie, Chiesa amata di Palermo, perché non siamo venuti qui perché dovevamo dimostrare qualcosa contro qualcuno, siamo venuti qui perché non vogliamo soffocare lo Spirito, e non c’è Chiesa se non camminiamo insieme». E solo alla fine, fuori dal contesto liturgico, un applauso fragoroso ha visibilmente commosso l’arcivescovo di Palermo.

Scritto per Vatican Insider

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