Quando per nascere trovi ad accoglierti solo le braccia di Dio!


palloncino_vitaIn questi giorni si sono svolti i funerali della giovane donna morta in seguito ad un intervento di interruzione volontaria di gravidanza (aborto). Durante l’omelia il sacerdote (leggo ne ilmattino.it) ha detto: «Siamo qui per chiedere al Signore di aprire le porte del paradiso a Gabriela. Siamo qui per pregare per la sua anima e sostenere i genitori in questo drammatico momento». All’esterno della parrocchia «quattro bambini vestiti da angeli hanno fatto volare tanti palloncini e cuori bianchi. Sullo sfondo, una gigantografia con il volto della sfortunata ragazza […]. “Non prevalgano – sottolinea il sacerdote – sentimenti di odio e rabbia anche se questo momento, il momento del distacco è profondamente doloroso”» (ilmattino.it).

Lungi dal voler giudicare nessuno, come cristiano sento il dovere di ricordare la “persona” che avrebbe dovuto trovare posto non solo accanto alla giovane madre ma anche nelle parole di cordoglio che a diverso titolo sono state espresse, e soprattutto nei giornali (almeno quelli che si dicono cattolici!).

Pare che l’interruzione della gravidanza (aborto) sia stata suggerita e praticata all’undicesima settimana “di vita” della “sfortunata” creatura, per evitare (leggo su repubblica.it) «eventuali malformazioni del feto causate dall’assunzione dei farmaci» che la giovane donna – non sapendo di essere incinta – assumeva per curare altri disturbi.

Spero con tutto il cuore che “almeno” il sacerdote abbia ricordato – durante il funerale – la creatura (la vita umana, la persona e non un grumo di molecole!), che per nascere ha trovato pronte ad accoglierla solo le braccia di Dio!

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