Pozzallo ricorda Giorgio la Pira, il “sindaco santo”


Foto: Fondazione Giorgio La Pira

Foto: Fondazione Giorgio La Pira

Pozzallo (provincia di Ragusa) è in festa per il più illustre tra i suoi cittadini, Giorgio La Pira, Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Sindaco di Firenze per tre volte e membro della Camera dei Deputati. In occasione dell’anniversario della sua nascita (9 gennaio del 1904), infatti, la Diocesi di Noto, il Vicariato di Pozzallo, la Parrocchia Madonna del Rosario, in compartecipazione con i Comuni di Pozzallo e Firenze hanno organizzato un convegno, “Cultura, pace e solidarietà. I popoli mediterranei per l’edificazione di una nuova storia dell’Europa e del mondo”, per lanciare da Pozzallo la proposta di un’Europa di solidarietà che guardi al Mediterraneo.

Giorgio La Pira era fermamente convinto che la “civiltà mediterranea” poggiasse su tre fondamenti di roccia «che la storia nuova, i secoli e le generazioni – diceva – non potranno corrodere: sono, infatti, tre incontestabili fondamenti della storia totale degli uomini e dei popoli. Su questi fondamenti sono iscritti tre nomi: quello di Gerusalemme (il senso della storia); quello di Atene (il metodo logico e scientifico e la bellezza e la contemplazione artistica); quello di Roma (l’organizzazione scientifica e tecnica, per tutte le genti, del diritto e della politica). Vista la luce di questa triplice proiezione, la storia odierna (con i grandi problemi che essa pone) vivissimamente si illumina».

Certamente, oggi, non siamo più abituati a questo modo di fare politica, e alle responsabilità vere e concrete che personaggi come La Pira, De Gasperi, Moro e pochi altri padri della Repubblica sapevano abbracciare per il bene delle persone e per la crescita della società. C’è chi racconta che – nel triennio alla guida della città di Firenze come sindaco – Giorgio La Pira lo si poteva incontrare per strada con le tasche dell’impermeabile piene di fogliettini che la povera gente gli consegnava per chiedergli di essere aiutata; e se qualcuno riteneva ingiusto utilizzare i fondi del Comune per fare la carità, il Sindaco rispondeva con fierezza: «Non è carità. E’ giustizia!». Altri, di La Pira, ricordano la disponibilità (prima di ricoprire le alte cariche dello Stato) ad utilizzare il proprio stipendio di docente universitario per aiutare i poveri. “Santo subito”, diremmo oggi! E, infatti, alcuni anni dopo la sua morte, l’arcivescovo di Firenze, Silvano Piovanelli, non esitò a presentare la richiesta per introdurre la causa di beatificazione di Giorgio La Pira, avviata ufficialmente Il 9 gennaio 1986.

Il Mediterraneo ed il suo patrimonio di civiltà – si legge nel comunicato stampa della diocesi di Noto – possono avere ancora un ruolo e un compito preciso da assolvere: è giunto il momento che l’Europa volga lo sguardo al “Lago di Tiberiade” dal quale potrebbe venire una risposta all’attuale crisi culturale, sociale ed economica. Desideriamo lanciare da Pozzallo un messaggio di speranza, un’iniziativa che tenda alla riaffermazione dell’identità culturale, valorizzando le grandi possibilità di sviluppo economico su cui fondare una pace e una sicurezza durature tra i popoli del Mediterraneo.

E ancora La Pira, alla fine del 1967, affermava: «Perché ancora la guerra? Perché non trovare una soluzione politica per tutti i problemi che separano ancor tanto dolorosamente arabi e israeliani? Questi popoli non appartengono alla stessa famiglia di Abramo, e non hanno, perciò, un comune destino religioso storico e politico da attuare nella presente età scientifica del mondo (integrare spiritualmente il contesto scientifico e tecnico della nuova civiltà)? Il Mediterraneo, lungo le sponde del quale questi popoli abitano, non può tornare ad essere – è il suo destino! – un centro di attrazione e di gravitazione storica, spirituale e politica essenziale per la storia nuova del mondo? Perché non iniziare, proprio da qui, dalla Terra Santa, la nuova storia di pace, di unità e di civiltà dei popoli di tutta la terra? Perché non superare con un atto di fede -religioso e storico e, perciò, anche politico, in questa prospettiva mediterranea e mondiale- tutte le divisioni che ancora tanto gravemente rompono l’unità della famiglia di Abramo, per iniziare, proprio da qui, quell’inevitabile moto di pace destinato ad abbracciare tutti i popoli della terra e destinato ad edificare un’età qualitativamente nuova (salto qualitativo!) della storia del mondo?».

Scritto per Acistampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *