Difficile fare carriera per il ginecologo obiettore di coscienza


farmaciaC’è un buon 70% di ginecologi italiani che difficilmente farà carriera se continuerà, caparbiamente, a «scandalizzare» il mondo con l’ostinata cultura pro-life. Sono i cosiddetti obiettori di coscienza che credono nella sacralità dell’embrione e che non si macchierebbero mai del crimine legato all’aborto. Il presidente italiano di Movimento per la Vita, Gianluigi Gigli, ha ricordato su Radio Vaticana come si cerchi di indire bandi e creare normative favorevoli a chi pratica aborti e spesso non informa neppure la donna delle possibilità di far nascere la creatura che ha in grembo. La stessa sorte pare venga riservata ai farmacisti italiani che si rifiutano di vendere le pillole abortive “puniti addirittura – sottolinea Radio Vaticana – da un Regio Decreto datato 1938, dove si impone di fornire ai clienti tutti i farmaci richiesti”.

Giovanni Paolo II – in occasione della Giornata mondiale per la pace del 1991 – scriveva: “Ogni individuo ha il grave dovere di formare la propria coscienza alla luce della verità obiettiva, la cui conoscenza non è negata ad alcuno né può essere impedita da alcuno. Rivendicare per se stessi il diritto di agire secondo la propria coscienza, senza riconoscere, al tempo stesso, il dovere di cercare di conformarla alla verità e alla legge inscritta nei nostri cuori da Dio stesso, vuol dire in realtà far prevalere la propria limitata opinione. Ciò è ben lungi dal costituire un valido contributo alla causa della pace nel mondo. Al contrario, la verità va perseguita appassionatamente e vissuta al meglio delle proprie capacità. Questa sincera ricerca della verità porta non solo a rispettare la ricerca degli altri, ma anche al desiderio di ricercare insieme”.

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