Due lettere siciliane, al Papa e Matteo Renzi


caltagirone

La famosa scala di Caltagirone

Il Sindaco di Palermo scrive a Francesco, il vescovo di Caltagirone a Matteo Renzi. Due modalità diverse per affrontare il problema dei poveri

Anche se con le valige pronte – per lasciar spazio al nuovo arcivescovo, che ormai dopo due anni di attesa dovrebbe essere alle porte – il cardinale Paolo Romeo non intende far scivolare nell’indifferenza la provocazione lanciata dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in questi giorni ha scritto a Papa Francesco sostenendo che la Chiesa palermitana deve fare di più per aiutare i senza casa e criticando le istituzioni ecclesiali del territorio siciliano che non consentono l‘uso dei locali inutilizzati appartenenti all’arcidiocesi. «Ci sono sempre più famiglie che non hanno nulla – ha dichiarato l’arcivescovo Romeo nel corso della trasmissione radiofonica e televisiva del Giornale di Sicilia, “Ditelo a Rgs” – e la Chiesa è continuamente impegnata con atti di carità. Doniamo tonnellate e tonnellate di pasta a chi non ha assolutamente nulla». «La Chiesa interviene continuamente – prosegue il porporato, come riporta l’agenzia SIR –, ma chi è chiamato ad amministrare, invece, cosa fa? Questa è soltanto demagogia perché l’impegno della Chiesa non è venuto mai meno e lo dimostrano le attività della Caritas, del Centro Astalli, delle parrocchie. Piuttosto ci sono tanti beni confiscati assegnati al Comune che ancora non vengono assegnati a chi ha realmente bisogno».

Tre mesi fa, i rintocchi di un malessere amministrativo, con relativa indifferenza nei confronti dei più poveri, provenivano da un’altra campana! Era, infatti Biagio Conte – il missionario laico e cittadino palermitano che da oltre venticinque anni si prende cura di moltissimi extracomunitari, poveri e senzatetto del capoluogo siciliano – a denunciare pubblicamente l’indifferenza degli amministratori siciliani. «Avete lasciato soli i poveri, i più deboli, e adesso – si leggeva in una nota della Missione Speranza e Carità realizzata da Biagio Conte – anche la Missione di fratel Biagio, che da quasi venticinque anni si adopera ad aiutare i senza tetto. Non ritengo giusto avere lasciato soli chi ogni giorno si prodiga in aiuto ai tanti poveri bisognosi. La Missione, che in questi venticinque anni ha operato gratuitamente per portare aiuto ai più bisognosi, non è stata compresa, ancor peggio non è stata accettata ed egoisticamente esposta ai tanti rivali della città di Palermo; in particolare mi sento lasciato solo dai titolari delle tre strutture; Regione, Comune, Demanio».

Nell’agosto scorso, un’altra lettera viene spedita a Roma; il destinatario, questa volta non è il Papa ma il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi. A scrivere è il vescovo della diocesi siciliana di Caltagirone, il religioso francescano mons. Calogero Peri, per chiedere interventi a sostegno del territorio e dei cittadini più deboli della popolazione.

Bisogna partire dagli “ultimi” – afferma “fra” Calogero Peri (così è riconosciuto da tutti), «Fino a quando non prenderemo atto del dramma di chi chiede il riconoscimento effettivo della propria persona, del proprio lavoro, della propria famiglia, non metteremo le premesse necessarie ad un nuovo cambiamento sociale». La lettera – frutto di una collaborazione tra la diocesi e amministrazione locale – è stata sottoscritta da tutti i Comuni del Calatino e dai deputati regionali e nazionali del territorio. «Non è possibile lasciare – scrive il Vescovo – da soli i Comuni nell’affrontare le tante e complesse emergenze: anziani, disabili fisici e psichici, minori sottoposti a provvedimenti del Tribunale, minori stranieri non accompagnati, nuclei familiari in difficoltà, stranieri che vagano per le nostre città alla ricerca di tutto. Alle competenze dei servizi in capo agli Enti locali occorre affiancare investimenti che consentano di pianificare e progettare politiche sociali non di tipo assistenziale, ma di promozione della persona, di inclusione e di recupero».

In questa “corale missiva” l’invito – valido anche per altre amministrazioni locali e diocesane – a collaborare, ciascuno con le proprie competenze e responsabilità, affinché – conclude mons. Peri – «per le responsabilità di propria competenza, ci si metta a servizio di un autentico bene comune, della solidarietà, della giustizia sociale e della corresponsabilità».

Scritto per Vatican Insider

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