Papa Francesco, durante il consueto Angelus domenicale, prende spunto dalla liturgia di questa quarta domenica di Avvento e ricorda l’annuncio dell’Angelo a Maria riportato dall’evangelista Luca. «Quante volte – ha detto papa Francesco – Gesù passa nella nostra vita, e quante volte ci manda un angelo, e quante volte non ce ne rendiamo conto, perché siamo tanto presi, immersi nei nostri pensieri, nei nostri affari e addirittura, in questi giorni, nei nostri preparativi del Natale, da non accorgerci di Lui che passa e bussa alla porta del nostro cuore, chiedendo accoglienza, chiedendo un “sì”, come quello di Maria».
L’angelo è il primo direttore spirituale per la nostra anima, un importantissimo interlocutore attraverso cui poter incontrare la volontà di Dio. L’«Angelo di Dio» è una delle tre preghiere principali (Padrenostro, Ave Maria, Angelo di Dio) che abbiamo imparato a recitare quando eravamo piccoli e che insegniamo (o almeno speriamo che qualcuno continui a farlo ancora) ai nostri bambini, recitandola insieme a loro a fine giornata. In questa preghiera c’è la nostra richiesta esplicita a lasciarci custodire e governare da colui (l’angelo) al quale il buon Dio ci ha affidati.
A tal proposito, riferendosi alla Vergine Maria, A. von Speyr (mistica svizzera del Novecento) scriveva: «Il mondo degli angeli le è già familiare (l’angelo le apparve quasi come un amico) […]. Nell’angelo la Madre incontra il soprannaturale, ma l’angelo risveglia in lei la disponibilità ad essere ancella. A partire da questo momento la sua risposta è data fino alla morte: è data all’angelo, e nell’angelo al Figlio incarnato. Entrambi, l’angelo e il Figlio, stanno al cospetto del Padre nello stesso servizio alla redenzione: anche se hanno due missioni diverse, il loro servizio è identico. E la Madre viene posta tra loro due con il suo servizio, ed è sempre lo stesso servizio. E quando ella dice “ecce ancilla”, diventa allora chiaro che considera questo servizio che tutto abbraccia come la cosa decisiva. […] L’angelo è il primo direttore spirituale cristiano, perché è colui che indirizza l’anima che vuole lasciarsi completamente dirigere, che non vuole vivere per nessun altro motivo che il servizio al Signore, qualunque forma possa prendere».