Contro il terrorismo delle chiacchiere


pretiFino ad ora le scazzottate con qualche prete protagonista ce le aveva regalate la televisione, tra Peppone e don Camillo, per esempio, o in alcuni episodi di don Matteo. In questi giorni, però, – seppur metaforicamente – Papa Francesco ha usato questa immagine per ricordare ai sacerdoti religiosi l’importanza della fraternità. Ricevendo, infatti, i partecipanti all’assemblea nazionale della Conferenza Italiana Superiori Maggiori, conclusa in questi giorni a Tivoli, il Pontefice latinoamericano ha detto: “Un segno chiaro che la vita religiosa è chiamata a dare oggi è la vita fraterna. Per favore, che non ci sia fra voi il terrorismo delle chiacchiere! Cacciatelo via! Ci sia fraternità. E se tu hai qualcosa contro il fratello, lo dici in faccia… Alcune volte finirai ai pugni, non è un problema: è meglio questo che il terrorismo delle chiacchiere. Oggi la cultura dominante è individualista, centrata sui diritti soggettivi. E’ una cultura che corrode la società a partire dalla sua cellula primaria che è la famiglia”.

Ovviamente, quella utilizzata dal Papa è solo una simpatica caricatura, un po’ come quella ricordata ai fidanzati nel febbraio scorso a proposito del lancio dei piatti: “non finire mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra famiglia. E’ abituale litigare tra gli sposi, ma sempre c’è qualcosa, avevamo litigato… Forse vi siete arrabbiati, forse è volato un piatto, ma per favore ricordate questo: mai finire la giornata senza fare la pace! Mai, mai, mai! Questo è un segreto, un segreto per conservare l’amore e per fare la pace. Non è necessario fare un bel discorso… Talvolta un gesto così e… è fatta la pace. Mai finire… perché se tu finisci la giornata senza fare la pace, quello che hai dentro, il giorno dopo è freddo e duro ed è più difficile fare la pace”.

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