Calciatori “sgonfi”!


prima_2“Il Brasile mangia, dorme e beve calcio. Vive di calcio”, diceva il più grande tra i calciatori del mondo, Edson Arantes do Nascimento, in arte Pelè. Ma forse erano altri tempi, si giocava in spiaggia con un pallone di pezza (talvolta un calzino o degli stracci riempiti con carta e legati con un laccio) e le azioni più belle nascevano nel cuore prima di essere partorite in campo! Non era il look a fare di te un campione, e se lo diventavi davvero le folle ti amavano perché insieme a te inseguivano il sogno della vittoria. Vedere la squadra del Brasile colare a picco, come il ciclopico transatlantico britannico “Titanic”, è un’immagine che rattrista e che il calcio di oggi non può permettersi. Sette gol subiti contro la meritevole Germania – in un mondiale di calcio poco esaltante – sono un evento storico.

Si dirà, magra consolazione, che mancava il talento di Neymar – fermo per un infortunio –, ma nel Brasile di una volta, giocatori come Neymar (e talvolta migliori), la Seleção brasiliana ne aveva tanti… persino in panchina! Oggi – e non solo nel Brasile – mancano giocatori del calibro di Falcão, Sócrates, Zico, Éder, Van Basten, Gullit, Rummenigge, Ronaldo, Ronaldinho, Rossi, Baggio, Del Piero, Platini, Maradona…

Ancora Pelè diceva che “il football è musica, danza e armonia. E non c’è niente di più allegro della sfera che rimbalza”, e ancora: “Non c’è niente di più triste di un pallone sgonfio…”.

Perché – come ci sembra di capire – ad essere un po’ troppo “sgonfi” sono i giocatori? Forse perché non si allenano più sulle spiagge, dove i sogni una volta diventavano realtà, e preferiscono giocare in borsa!

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