365 giorni con Giovanni Paolo II


wojtyla_papa“365 giorni con Giovanni Paolo II”, San Paolo Edizioni (2009), è un testo curato dal teologo carmelitano e direttore della rivista teologica Communio, P. Aldino Cazzago. Ad un passo dalla canonizzazione del grande Papa Polacco, il testo di P. Aldino Cazzago offre a tutti l’opportunità di ripercorrere il sentiero spirituale tracciato da Karol Wojtyła, raccontando quotidianamente, per i 365 giorni che compongono un anno, i momenti più significativi del suo pontificato. Il libro è, infatti, una sorta di breviario contenente un testo di Giovanni Paolo II per ogni giorno dell’anno. Caratteristica centrale di questa pubblicazione – tradotta anche in lingua francese, spagnola, portoghese e presto in croato e arabo – è il pensiero di Wojtyła, diretto e personale, libero da ulteriori commenti e interpretazioni (talvolta arbitrari e inadeguati).

La preoccupazione dell’Autore è stata quella di scegliere testi adatti al periodo in questione. Così, per esempio, nel mese di marzo (tempo di quaresima) sono state scelte le riflessioni sul peccato, la conversione e il silenzio; a dicembre (tempo di avvento-natale) i brani relativi all’attesa e all’incarnazione del Messia; nel mese di giugno i temi riguardanti pentecoste, Spirito Santo, Eucaristia, Corpus Domini. Il mese di maggio è dedicato in gran parte alle riflessioni sulla Vergine Maria e alle catechesi sui doni dello Spirito Santo.

Testi adatti sono stati scelti anche per molte delle feste fisse del calendario liturgico. I mesi di gennaio, aprile, maggio e giugno propongono una serie di riflessioni relative ai sacramenti dell’iniziazione cristiana e al sacerdozio. Non mancano spunti di riflessione circa i temi della famiglia, l’amore, la maternità, la donna, i giovani, gli anziani. I giorni di novembre offrono poi al lettore una ricca argomentazione tematica su inferno, purgatorio, paradiso e sull’esperienza del dolore.
Le riflessioni di Giovanni Paolo II sui principali santi carmelitani (Teresa d’Avila, Giovanni della Croce, Teresa del B.G., Edith Stein) sono ricordati nelle rispettive memorie liturgiche. Anche la festa della Madonna del Carmine. Nei restanti giorni dell’anno l’Autore propone le riflessioni che riguardano i movimenti, il dialogo interreligioso, l’oriente cristiano, l’arte. Alcune delle riflessioni scelte dall’Autore sono tratte da testi, omelie e libri del periodo precedenti il pontificato di Giovanni Paolo II. Presenti anche brani della produzione poetica e letteraria del Pontefice.

E’ possibile, infine, rintracciare la chiave di lettura di questo testo nelle parole che l’Autore scrive nella prefazione del libro: “Più ci si addentra nel pensiero dell’intellettuale, del vescovo e papa Karol Wojtyła e più si ha la netta sensazione di trovarsi davanti a un uomo e a un cristiano che nello scorrere della sua esistenza è diventato totalmente trasparente al mistero di Dio e alla missione di testimoniarlo in mezzo al mondo. Capire fino in fondo l’animo e il cuore di un uomo è certamente impresa ardua e forse impossibile. Quando l’animo e il cuore dell’uomo sono abitati dal mistero di Dio, risultano poi ancor più insondabili. Nel caso di Giovanni Paolo II le cose non stanno diversamente”.

Abbiamo chiesto a P. Aldino Cazzago due brevi riflessioni sulla santità di Giovanni Paolo II e la sua eredità. “È naturale – afferma il direttore di Communio – che la canonizzazione di una papa attiri critiche e consensi. La sua responsabilità lo ha posto sotto gli sguardi di tutti: credenti e non credenti, difensori e avversari della Chiesa. L’indagine che ha portato alla decisione della sua beatificazione e canonizzazione ha avuto lo scopo di accertare una sola cosa: che nella vita quotidiana, di seminarista, di sacerdote, di vescovo e di pontefice egli abbia vissuto in modo eroico le virtù teologali e cardinali, che giorno per giorno egli sia lasciato plasmare da una ininterrotta sequela di Gesù Cristo. Tutto il resto, della sua vita, scelte, decisioni, cambiamenti è, in certo qual modo, periferico alla questione della sua santità vissuta e riconosciuta dalla Chiesa. Ovviamente nessuno nega che qualche sua scelta possa essere criticata e, col senno di poi, valutata come non pienamente rispondente al problema a cui essa intendeva rispondere”. L’eredità di Karol Wojtyła – prosegue P. Aldino Cazzago – “sta anzitutto nel suo magistero e nella sua riflessione teologica. Se ci si deve augurare qualcosa dall’ormai prossima canonizzazione è che il suo pensiero, i suoi testi, facili o difficili, siamo maggiormente e direttamente conosciuti. Gli studi a lui dedicati non dovrebbero frapporsi come un muro tra i lettori e i suoi testi. Tutte le interpretazioni di Dante e di Manzoni non valgono i loro testi”. Si può fare fatica a capire e ad accettare la santità? A questa provocazione P. Cazzago risponde: “Mi vengono in mente le parole che nel 1959 il grande teologo Hans Urs von Balthasar scrisse a proposito di una certa fatica a capire e accettare la santità. Parole sulle quali anche oggi varrebbe la pena riflettere. Scriveva: «Le missioni dei Santi scendono verticalmente dal Cielo e rappresentano la risposta dall’alto alla domanda del basso» ed «esse da principio fanno sempre l’effetto di qualcosa di incomprensibile, qualcosa che si debba contraddire in nome di tutti i ‘benpensanti’»”.

Scritto per Korazym.org

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