La scommessa della Cei sull’Ora di Religione


“Nella fase storica che attualmente stiamo vivendo il contributo dell’insegnamento della religione cattolica può essere determinante per favorire la crescita equilibrata delle future generazioni e l’apertura culturale a tutte le manifestazioni dello spirito umano”. E’ uno dei passaggi contenuti nel testo che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha recentemente pubblicato, in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nel prossimo anno scolastico.

“Riteniamo – si legge nel testo – che sia necessaria una formazione completa della persona, che dunque non trascuri la dimensione religiosa. Non si potrebbero capire altrimenti tanti fenomeni storici, letterari, artistici; ma soprattutto non si potrebbe capire la motivazione profonda che spinge tante persone a condurre la propria vita in nome dei principi e dei valori annunciati duemila anni fa da Gesù di Nazareth”. In tal senso l’episcopato italiano desidera invitare studenti e genitori a guardare con fiducia al servizio educativo offerto dall’insegnamento della religione cattolica nelle nostre scuole.

Che non si tratta di un tornacontistico appello ecclesiale lo si comprende bene dagli stili di vita che caratterizzano spesso il tessuto sociale odierno. L’insegnante di Religione entra in dialogo con i componenti della classe, offrendo a tutti una chiave di lettura spesso diametralmente opposta ai capricci del mondo, aiutando i più giovani a vivere con responsabilità il compito dell’esistenza. “Ringraziamo questi insegnanti, – dichiarano i vescovi – oggi in gran parte laici, che con la loro passione educativa testimoniano nella scuola il valore della cultura religiosa, attraverso il cui servizio cerchiamo di venire incontro alle esigenze più autentiche degli alunni che oggi frequentano le scuole italiane, alle loro domande di senso, alla loro ricerca di una valida guida”.
A scuola, durante l’Ora di Religione, i ragazzi spesso desiderano “raccontarsi” per trasmettere le loro emozioni e rendere partecipi gli altri della loro esistenza; vogliono parlare di sé, cercano qualcuno che sia disposto ad ascoltarli e ad incoraggiarli ad andare avanti di fronte alle innumerevoli difficoltà della vita, esorcizzando in qualche modo le loro paure, tirandoli fuori dal baratro di quella solitudine interiore che li porta al non dialogo e ad estraniarsi dalla realtà cercando sfogo in pericolose alternative.

Papa Francesco – ne fa menzione il messaggio della Cei – ha ricordato che “la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola? Vi aiuta non solo nello sviluppare la vostra intelligenza, ma per una formazione integrale di tutte le componenti della vostra personalità”.
La Chiesa italiana ha organizzato, per il prossimo 10 maggio, una giornata di festa – insieme a Papa Francesco – rivolta agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie e a tutti coloro che sono coinvolti nella grande avventura della scuola e dell’educazione.
L’insegnamento della religione cattolica è un aiuto importante per la crescita culturale e interiore dei nostri figli, eppure – nonostante i benefici proposti – non manca chi, abilmente e puntualmente, riesce a “remare contro”. Ma anche in questo caso, nel “mare magnum” di mille contraddizioni, la barca di Pietro non affonda!

Scritto per Korazym.org

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