Il demonio non è una semplice idea del male


“Il Santo Padre non ha inteso compiere alcun esorcismo. Ma, come fa frequentemente per le persone malate e sofferenti che gli si presentano, ha semplicemente inteso pregare per una persona sofferente che gli era stata presentata”. Con queste parole il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha risposto alle domande dei giornalisti che chiedevano informazioni riguardo alla presunta preghiera di esorcismo che Papa Francesco ha compiuto domenica scorsa, al termine della celebrazione di Pentecoste.

A sottolineare la singolarità dell’evento, definendolo un esorcismo, era stata l’emittente della Cei TV2000 diretta da Dino Boffo che – in seguito alla smentita di Lombardi – porge subito le proprie scuse “per aver – dichiara Boffo – involontariamente determinato la diffusione di una notizia vera ma vera solo in parte e in parte non vera, perché il Papa non si riconosce nella parola esorcismo. (…) Me ne assumo la responsabilità e mi scuso per aver intaccato la verità dei fatti e per le persone coinvolte, in particolare mi scuso con il Santo Padre. Non volevamo caricarlo di un gesto che non aveva intenzione di compiere. Questo episodio per nulla clamoroso che oggi c’è sui giornali non ci fa fare una egregia figura, ma ci servirà di insegnamento. E non succederà più”.

Del resto non ci sarebbe niente di straordinario nell’eventualità che il Papa avesse formulato una preghiera di esorcismo o applicato un esorcismo vero e proprio. Sono i Vangeli a sottolineare questo particolare compito che Gesù affida ai suoi nel momento in cui istituisce gli Apostoli (e i vescovi sono i loro successori).
L’evangelista Marco racconta, infatti, che Gesù «Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni» (Mc 3, 13-15). In una forma più semplice, l’esorcismo è praticato anche durante la celebrazione del Battesimo (cf. CCC. 1673), e comunque l’esistenza del demonio non è assolutamente una semplice “idea di male”.

Inos Biffi – illustre docente di teologia sistematica e di storia della teologia – sulle pagine dell’Osservatore Romano, a tal proposito ha recentemente rilevato “l’assenza nella predicazione e nella catechesi della verità relativa al demonio. Per non dire di quei teologi, che, per un verso, applaudono che finalmente il Vaticano II abbia dichiarato la Scrittura «anima della sacra teologia» (Dei verbum, 24) e, per l’altro, non esitano — se non a deciderne l’inesistenza (come fanno per gli angeli) — comunque a trascurare come marginale un dato, (…) com’è quello relativo al demonio, ritenendolo la personificazione di un’oscura e primordiale idea di male, ormai demitizzabile e inaccettabile. Una simile concezione è un capolavoro di ideologia e soprattutto equivale a banalizzare la stessa opera di Cristo e la sua redenzione. Ecco perché ci sembrano tutt’altro che secondari i richiami al demonio, che riscontriamo nei discorsi di Papa Francesco”.

Pubblicato su Korazym.org

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