Che tipo di musica esprimiamo?


Durante la celebrazione della Messa domenicale non posso non accorgermi di un quindicenne, seduto di fronte a me, accanto alla madre, palesemente contrariato e annoiato! Ho provato un po’ di tristezza, pensando anche al disagio di tanti altri suoi coetanei. Mi sono chiesto chi o che cosa sarebbe stato capace, in quel momento, di destare l’attenzione del giovane… oltre al trillo del suo cellulare! Forse se avesse avuto l’opportunità di utilizzare l’inseparabile ipod per ascoltare una delle sue canzoni preferite si sarebbe destato da quel terribile torpore. Credo proprio di si!

Trovo, però, altrettanto veritiere le parole di Madeleine Delbrêl riportate in questa breve citazione:

Ma noi dimentichiamo la musica del tuo Spirito,
e facciamo della nostra vita un esercizio di ginnastica:
dimentichiamo che fra le tue braccia la vita è danza,
che la tua Santa Volontà
è di una inconcepibile fantasia,
e che non c’è monotonia e noia
se non per le anime vecchie,
tappezzeria
nel ballo di gioia che è il tuo amore”.

Bisogna davvero aiutare i ragazzi a riconoscersi protagonisti nella fede e a percepirne la bellezza. La musica l’ha già scritta il buon Dio, noi dobbiamo solo imparare ad eseguirla. E il problema è proprio questo!

Potremmo chiederci allora: che tipo di “musica” esprimiamo noi (educatori, catechisti, sacerdoti) quando parliamo di Dio agli altri?

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