Benedetto XVI e le parole che resteranno per sempre


Non un congedo triste e malinconico, ma una vera e propria festa. Questa è la prima analisi che possiamo registrare nella giornata che ha visto, Benedetto XVI, nel suo penultimo giorno di pontificato, immerso in un vero e proprio bagno di folla ecclesiale. La Chiesa è viva, afferma il Papa che con evidente e gioiosa commozione, spalancando le braccia, tenta di abbracciare gli oltre 150mila fedeli scesi in Piazza San Pietro per ringraziarlo della sua paternità spirituale.

Le parole del suo discorso, poi, sono un vero toccasana per il futuro della Chiesa, accompagnato in questi giorni da scenari talvolta apocalittici, illazioni, sospetti, lotte interne e chi più ne ha più ne metta. La Barca di Pietro non cola a picco, perché – afferma il Pontefice – “la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua. E il Signore non la lascia affondare; è Lui che la conduce, certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto. Questa è stata ed è una certezza, che nulla può offuscare”.

Per ben venticinque volte, Papa Ratzinger utilizza nel suo discorso il termine “Chiesa”, per ricordare a tutti la sacralità e la bellezza dell’esperienza cristiana. La Chiesa non è “un’organizzazione, un’associazione per fini religiosi o umanitari, ma un corpo vivo, una comunione di fratelli e sorelle nel Corpo di Gesù Cristo, che ci unisce tutti. Sperimentare la Chiesa in questo modo e poter quasi toccare con le mani la forza della sua verità e del suo amore, è motivo di gioia, in un tempo in cui tanti parlano del suo declino. Ma vediamo come la Chiesa è viva oggi!”.

Possono diminuire le forze e il vigore fisico di chi, nella persona del Successore di Pietro, è chiamato a governare la Chiesa, ma non la certezza di avere accanto a sé la vicinanza del Maestro. E così, ricordando il 19 aprile di quasi otto anni fa, Benedeto XVI è consapevole di aver accettato il ministero petrino con la ferma consapevolezza che Dio lo avrebbe sempre accompagnato: “Signore, perché mi chiedi questo e che cosa mi chiedi? E’ un peso grande quello che mi poni sulle spalle, ma se Tu me lo chiedi, sulla tua parola getterò le reti, sicuro che Tu mi guiderai, anche con tutte le mie debolezze. E otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza”.

Si riceve la vita quando si è disposti a donarla completamente e illimitatamente a Cristo, per appartenere a Lui e non a se stessi, per sempre. La decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero – dichiara Papa Ratzinger – non revoca questo “per sempre”. “Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro”.

Le parole del Papa entrano nella storia, ma ancor di più nel cuore di tutti i credenti che riconoscono in Benedetto XVI non solo la competenza teologica ma l’amore e la dedizione che egli in questi anni ha saputo offrire nonostante la sua età. Basterà poi, ad ulteriore conferma, ripercorrere questi otto anni di Pontificato per ricostruire nel dettaglio gli interventi coraggiosi operati dal Papa per restituire credibilità alla Chiesa guidandola verso l’unità, nonostante gli ostacoli incontrati e i tentativi di chi si affannava a remargli contro, credendo di avere a che fare con un Papa di transizione!

Pubblicato su Vatican Insider


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