La “sacra potestas” che viene esercitata dal Romano Pontefice ha un ruolo fondamentale all’interno della Chiesa. E’ in forza del suo ufficio, infatti, che il Papa – come esplicitato nel nuovo Codice di Diritto Canonico, promulgato nel 1983 – gode nella Chiesa “di una potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa” (Can. 331). Tale “potere” – che non bisognerebbe mai confondere come uno strumento di sopraffazione – ha come caratteristica principale quella di amministrare dei “doni” già preesistenti nella Chiesa, quali la “Parola di Dio” e i “Sacramenti”, restando fedeli alla loro natura oggettiva. Si tratta, oltretutto, di un potere che è possibile ricevere lasciandosi “normare da esso”.
“Non c’è sacro potere – afferma il teologo carmelitano Antonio Maria Sicari – che possa avere uno scopo diverso da quello di edificare una sola Chiesa, facendola crescere armonicamente come un solo corpo, o rendendola bella e santa come una sposa amabile e amata”. Purtroppo la lettura di alcuni articoli, che in questi giorni riempiono le pagine di numerosi giornali, presenta i lavori dell’imminente Conclave – quello che eleggerà il 266esimo Pontefice dell’era cristiana – come un’aggrovigliata assise cardinalizia chiamata a scegliere il Successore di Pietro in un esasperante clima di sospetto, guardinghi gli uni contro gli altri, tra complotti e misteriosi intrighi per conquistare l’ambito e sacro “potere”.
Così dicendo ne verrebbe fuori, mortificato e umiliato, un elemento importantissimo per l’esperienza della fede cristiana: l’unità della Chiesa! Non possiamo nemmeno dimenticare che il ministro per eccellenza della “sacra potestas” è il vescovo, che riceve la pienezza dell’ordine, e pertanto i detentori di tale “potere” sono legati l’uno all’altro nella comune e collegiale responsabilità per l’intera Chiesa. L’unità del collegio, del resto, non è realizzata da Vescovi che si accordano tra di loro, ma si fonda sul riconoscimento di una “comunione” più grande, già esistente e di cui sono responsabili.
Noi, oggi, abbiamo bisogno di percepire e respirare a pieni polmoni l’unità della Chiesa, desideriamo guardare i nostri sacerdoti senza doverci domandare prima se per caso non siano pedofili, offrire il contributo dell’8 per mille fieri di averlo fatto e certi che non si tratta di una truffa, testimoniare la nostra fede senza prestare il fianco ai luoghi comuni e alle illazioni raccolte per strada, salutare il nuovo Pontefice grati per il “dono” ricevuto e lavorare insieme a lui, sostenendolo con la preghiera, perché la nostra Chiesa diventi sempre più bella.
Intrighi, complotti e misteriose lotte di potere – presunti o meno – non lasciano tranquilli noi, figuriamoci i cardinali che andranno ad eleggere il nuovo Papa; se i giornali ne parlano, poi, non è detto che sia tutto vero, e se non è tutto vero… prima o poi qualcuno ci scriverà un libro!
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