Muoversi secondo coscienza


Un vecchio e discutibile sondaggio asseriva, tempo fa, che l’italiano medio risulta sensibile nel valutare le indicazioni della Chiesa su questioni che riguardano la vita, la morale, la sessualità, ma che in definitiva – nonostante l’alta percentuale di coloro che si professano cattolici – solo pochi considerano le prescrizioni della Chiesa vincolanti per i propri comportamenti. L’insegnamento delle gerarchie ecclesiali – prosegue l’indagine – viene ascoltato, ma subordinato ai convincimenti individuali, e nelle scelte che riguardano la dimensione morale (famiglia, vita, sessualità), le persone affermano di muoversi innanzitutto secondo coscienza. La coscienza, però, perché possa guidare rettamente la condotta umana, non può fare a meno del principio di verità.

Non molto tempo fa Papa Benedetto XVI invitava, infatti, a “rieducarsi al desiderio della conoscenza della verità autentica, alla difesa della propria libertà di scelta di fronte ai comportamenti di massa alle lusinghe della propaganda, per nutrire la passione della bellezza morale e della chiarezza della coscienza”. Alcune valutazioni frettolose relative alle scelte “di cuore o di coscienza” che in questi giorni interrogano il mondo – circa la proposta di legge in Francia per l’apertura alle coppie omosessuali del matrimonio e dell’adozione – ci fanno comprendere quanto sia diventata urgente la necessità di formarsi al desiderio di verità autentiche, piuttosto che deformarle con discorsi e parole che nascono dal vuoto interiore e sfociano nello sproloquio con slogan e teatrini vari degni di un talk show!

“Un’atmosfera diffusa, – come ha spesso ricordato il Papa – una mentalità e una forma di cultura che portano a dubitare del valore della persona umana, del significato stesso della verità e del bene, in ultima analisi della bontà della vita. Diventa difficile, allora, trasmettere da una generazione all’altra qualcosa di valido e di certo, regole di comportamento, obiettivi credibili intorno ai quali costruire la propria vita”. Se è davvero la coscienza a guidare le nostre scelte e i nostri discorsi è giusto ricordare che essa è violata quando viene mortificata la verità naturale presente in ogni uomo, persino nella sua fisicità. La coscienza – come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica – è, infatti, un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto.

Simone Weil, scrittrice e mistica francese, scriveva: “Non essere complici, non mentire, non restare ciechi. / Non importi, non sottoporti, non sovrapporti”. Lo riteniamo un ottimo suggerimento!

Pubblicato su Korazym.org

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