Il grazie di papa Wojtyla alle donne 1


papa_GPDon Piero Corsi, il parroco di San Terenzo, vicino a Lerici, in provincia di La Spezia, chiede scusa “per quella che – a suo dire – voleva essere soltanto una imprudente provocazione. In particolare mi voglio scusare con tutte quelle donne che si siano sentite offese in qualche modo dalle mie parole”. Quelle parole – maldestre e inopportune, affisse nella bacheca parrocchiale, che attribuivano alle donne vittime di abusi la responsabilità delle violenze subite  – provenivano da un’altra bacheca, don Piero Corsi, infatti, le aveva scaricate dal sito online “Pontifex”, ritenendo condivisibile un articolo dal titolo “Le donne e il femminicidio, facciano sana autocritica. Quante volte provocano?”.

“Ho fatto rimuovere immediatamente quel volantino – dichiara mons. Palletti, vescovo di La Spezia – i cui contenuti sono fuorvianti rispetto ai sentimenti di condanna per la violenza contro le donne. (…) Nel volantino si leggono motivazioni inaccettabili che vanno contro il comune sentire della Chiesa”.
Nel frattempo le donne di Lerici preparano un sit-in di protesta per chiedere la “rimozione” del Parroco di San Terenzo.

Che il volantino sia stato affisso in una bacheca parrocchiale o virtuale, resta sempre il rammarico di avere utilizzato due opportunità di comunicazione in modo errato e sibillino, generando solo lo sdegno di gran parte dell’opinione pubblica.

Nel giugno del 1995, nel documento “Lettera alle donne”, Papa Giovanni Paolo II scriveva: “Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa – scrivevo nella Lettera apostolica Mulieris dignitatem – «desidera ringraziare la santissima Trinità per il “mistero della donna”, e, per ogni donna, per ciò che costituisce l’eterna misura della sua dignità femminile, per le “grandi opere di Dio” che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei »” (n. 31).

Il “grazie” del Papa (parola che nel documento viene ripetuta tredici volte!) al buon Dio e alle donne per la loro vocazione e per ciò che esse rappresentano nella vita dell’umanità, sono la risposta migliore alle polemiche di questi giorni; ve le riproponiamo:

“Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita.
Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita.
Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza.
Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del «mistero», alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
Grazie a te, donna-consacrata, che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta « sponsale », che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura.
Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani”.

Pubblicato su Vatican Insider


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Un commento su “Il grazie di papa Wojtyla alle donne

  • vittorio

    Quando saprò con esattezza quello che è avvenuto sarò in grado di dare un mio commento. I giornalisti chi sa cosa hanno capito e soprattutto cosa avevano in testa di far girare come notizia.