L'eleganza nasce da dentro 4


cortesiaRaccolgo, questa mattina, tra i “Pensieri improvvisi” di Abram Terz (pseudonimo di Andrei Sinjavskij) un interessante spunto di riflessione: “Che piacere ti fa l’uomo della strada quando ti dice «per favore» oppure «grazie». E lo dice con tanto calore, come se ti augurasse veramente la salvezza. Solo su questo calore umano si regge il mondo, specie il mondo russo. «Fratello», «paparino», «siate buono», basta una qualsiasi di queste parole. Senza particolare riguardo, ma con una intonazione familiare” (Abram Terz).

«Per favore» e «grazie» erano, un tempo, tra le prime espressioni di cortesia che si insegnavano ai più piccoli. E oggi? Possibile che tutto debba sembrare spudoratamente dovuto? Probabilmente – proprio oggi, nell’era in cui assistiamo a quella che potremmo definire la “metamorfosi dell’educazione” – bisogna ritornare ad insegnare queste parole antiche. “L’eleganza nasce da dentro, da ciò che custodiamo in noi e ha il sapore della semplicità, dell’autenticità” (Paolo Crepet).

E’ interessante, a tal proposito, osservare il primo breve scambio di parole tra la Vergine di Lourdes e Bernadette, in occasione della terza apparizione presso la Grotta di Massabiel, avvenuta il 18 febbraio del 1858.

–    Bernadette alla Vergine: “Volete avere la bontà di mettere il vostro nome per iscritto?
–    La Vergine Maria sorride (e così alle successive domande poste dalla piccola Soubirous)
–    Poi… la Vergine chiede a Bernadette: “Volete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?

Colpisce la cortesia con la quale la Madonna si rivolse a Bernadette “Volete avere la gentilezza…”. In quel “volete” – oltre all’elegante cordialità espressa dalla Vergine Maria – c’è tutta la libertà di Dio nel domandare (e Maria fin dall’Annunciazione è protagonista di questa straordinaria esperienza) e la libertà dell’uomo nel rispondere.

Ritornando al brano di Sinjavskij, prima citato, possiamo imparare che “basta una qualsiasi di queste parole [parole di cortesia, ndr]. Senza particolare riguardo, ma con una intonazione familiare” per accogliere e lasciarsi accogliere con calore e amicizia “come se ci si  augurasse veramente la salvezza”.


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