Slovacchia, i santi sulla moneta perdono l'aureola


In barba ai valori culturali e cristiani della civiltà slava, per un discutibile “principio di neutralità religiosa”, la banca nazionale slovacca emetterà, nel maggio del 2013, una moneta commemorativa in occasione del 1.150° anniversario dell’arrivo dei santi Cirillo e Metodio nella regione della Grande Moravia, privando i due famosi Compatroni d’Europa dell’aureola (segno della loro santità) e della croce posta sul loro pallio (paramento liturgico che indica la comunione con la Chiesa di Roma).
Una modifica, rispetto al disegno iniziale della moneta, richiesta della Commissione europea e da alcuni Stati membri che rivendicano l’applicazione del suddetto “principio di neutralità religiosa”.

Ancora una volta, la rigidità mostrata nei confronti del Cristianesimo – che, ricordiamolo, ha dato dignità e valore alla cultura di tutta l’Europa – prevale sul buon senso.
La Conferenza episcopale slovacca ha accettato la decisione con rammarico. “La rimozione dei simboli essenziali dei santi Cirillo e Metodio dalla moneta commemorativa – dichiara il direttore della sala stampa della Conferenza episcopale, Jozef Kovácik – è indice di una svolta culturale e di una mancanza di rispetto nei confronti della storia”. “Il libero utilizzo degli attributi dei santi Cirillo e Metodio – prosegue Kovácik – dimostra che il totalitarismo è stato sconfitto ed è un simbolo di libertà. Se stiamo perdendo importanti simboli direttamente connessi alla libertà della nazione slovacca è anche colpa delle istituzioni slovacche responsabili”.

I fratelli Cirillo e Metodio, nati a Tessalonica (la città dove visse e operò san Paolo) all’inizio del sec. IX, evangelizzarono i popoli della Pannonia e della Moravia. Crearono l’alfabeto slavo e tradussero in questa lingua la Scrittura e anche i testi della liturgia latina, per aprire ai nuovi popoli i tesori della parola di Dio e dei Sacramenti.

Giovanni Paolo II, il 31 dicembre del 1980, con la Lettera Apostolica “Egregiae virtutis” aveva proclamato Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa insieme a San Benedetto, per la loro opera di evangelizzazione dei popoli slavi e della parte orientale del vecchio continente. Nel testo della Lettera il Papa slavo ricordava il coraggioso annuncio del Vangelo portato avanti dai due fratelli. “Tale annuncio – chiariva Papa Wojtyla – è stato via e strumento di reciproca conoscenza e di unione fra i diversi popoli dell’Europa nascente, ed ha assicurato all’Europa di oggi un comune patrimonio spirituale e culturale”. “Auspico – ricordava infine il Pontefice – che per opera della misericordia della santissima Trinità, per l’intercessione della Madre di Dio e di tutti i santi, sparisca ciò che divide le Chiese come pure i popoli e le nazioni; e le diversità di tradizioni e di cultura dimostrino invece il reciproco completamento di una comune ricchezza”.

Purtroppo – per qualcuno – non ci sono santi che tengano. La cultura slava avrà così la sua nuova moneta, mentre in tutti i loro libri di storia (e per di più alla radice della lingua slava stessa) non si potrà fare a meno di leggere e ricordare quell’alfabeto “cirillico” inventato proprio da i due Compatroni d’Europa, Cirillo e Metodio!

Pubblicato su Vatican Insider

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