O nel bene o nel male, la Chiesa fa notizia


O nel bene o nel male la Chiesa fa notizia e oggi molto di più rispetto al passato, con una peculiarità che risulta sufficientemente chiara a tutti: porre in rilievo, quanto più possibile, le caratteristiche di una istituzione considerata (a torto!) puramente umana. Il vescovo vietnamita F.X. Nguyen Van Thuan – uno che ha vissuto sulla propria pelle il dramma delle persecuzioni, in un Paese ostile al cristianesimo – scriveva: “Sono passati venti secoli nei quali si sono succedute fasi alterne e tante crisi per la Chiesa. Ci sono stati attacchi dall’interno e dall’esterno. In molti periodi la Chiesa si è trovata in condizioni disperate. Tuttavia essa è ancora solida perché è la Chiesa di Dio, non una istituzione puramente umana”. Anche oggi assistiamo a molteplici tentativi che minacciano la stabilità della Chiesa. Niente di nuovo rispetto al passato. In venti secoli di cristianesimo, infatti, gli attacchi rivolti alla Chiesa non sono mai mancati.

La fuga di presunte notizie, volte a smascherare ipotetici complotti o misteriosi intrighi che riguardano il Vaticano, vengono rilanciate nelle pagine di prestigiosi quotidiani nazionali attraverso scorrette campagne denigratorie contro il Papa, i suoi ministri e la comunità ecclesiale in generale. E tutto questo – bisogna dirlo – accade solo in Italia! Si scrivono libri e si confezionano articoli che – dietro il paravento del sacrosanto diritto all’informazione –, di fatto, demoliscono l’immagine della Chiesa e insinuano il dubbio sulla veridicità storica del cristianesimo a discapito della verità.

Nel libro di Angela Ambrogetti, “Compagni di viaggio”, che raccoglie tutte le interviste con Giovanni Paolo II realizzate in volo durante i viaggi del pontefice, Karol Wojtyla – rivolgendosi proprio ai giornalisti – ebbe a dire: “Grazie a voi sono in grado di proclamare un messaggio religioso – che per me si basa sulla parola di un Dio che ha rivelato se stesso – un messaggio che offro liberamente e senza costrizioni a chiunque voglia ascoltarlo. Siete veicoli di verità, perché grazie a voi la verità raggiunge la gente e la gente abbraccia la verità” (12 maggio 1980). Solo uno sciocco – di fronte al tema della verità – rifiuterebbe di far sua questa importante considerazione dettata dal Papa. Il criterio della verità non riguarda solo il giornalismo cattolico ma si rivolge a tutti coloro che sono chiamati “professionalmente” a fare informazione.

Perché, dunque, la Chiesa è così osteggiata?

Se la Chiesa fosse soltanto un mero rivestimento spiritualeggiante non potrebbe essere temuta da nessuno, e chi detiene un qualsiasi potere nel mondo ne comprenderebbe subito l’innocua presenza. Interessante osservare, per esempio, con quante ferocia il governo cinese osteggi il cristianesimo che rispetto alla religione buddista (95%) è presente nel territorio orientale con un “misero” 3,5%! Perché così tanta paura per un esiguo numero di cristiani?

C’è, inoltre, un’altra faccia della medaglia che non possiamo non prendere in considerazione, e cioè il fatto che molti dei nostri quotidiani non riescono più a battere cassa e nel tentativo di ritornare agli antichi splendori – considerato il fatto che il mondo dei media nel frattempo è cambiato – provano a risalire la china proponendo notizie scandalistiche (talvolta palesemente inventate) che destino l’attenzione dei lettori. Viene così mortificata la deontologia del giornalista e dimenticato il primato della verità richiesto dall’informazione e verso cui ogni giornalista è chiamato (o forse bisognerebbe dire “era chiamato”) a misurarsi.

(Scritto per Korazym.org)

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