Una indulgenza plenaria per l'incontro mondiale delle Famiglie


LOGO IMF definitivoIn occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno, Papa Benedetto XVI concede ai partecipanti (ma anche a chi non potrà recarsi a Milano) l’Indulgenza plenaria alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre). A darne notizia ufficiale un decreto della Penitenzieria Apostolica firmato il 17 maggio scorso dal card. Manuel Monteiro de Castro, Penitenziere Maggiore e dal vescovo Gianfranco Girotti, Reggente.

“I fedeli, – specifica inoltre il decreto – impossibilitati a partecipare a tale evento, potranno conseguire l’Indulgenza plenaria, alle medesime condizioni, se, uniti spiritualmente ai fedeli presenti a Milano, reciteranno in famiglia il ‘Padre Nostro’, il ‘Credo’ e altre devote orazioni per invocare dalla Divina Misericordia le finalità sopra indicate, particolarmente quando le parole del Pontefice verranno trasmesse per televisione e per radio. Si concede, inoltre, l’Indulgenza parziale ai fedeli ogniqualvolta, con cuore contrito, nel tempo indicato pregheranno per il bene delle famiglie”.

L’indulgenza è la remissione della pena temporale per i peccati commessi (già perdonati per quanto riguarda la colpa). Attraverso il sacramento della Confessione viene, infatti, perdonata la colpa e il fedele – ritornando in uno stato di grazia – può riaccostarsi a ricevere l’Eucaristia. Tuttavia rimane un “residuo di peccato” chiamato pena che può essere cancellato attraverso l’indulgenza plenaria o parziale dispensata dalla Chiesa.
Purtroppo – affermava Paolo VI nella Costituzione apostolica Indulgentiarum doctrina – nell’uso delle indulgenze si infiltrarono talvolta degli abusi, e a causa di “illeciti profitti” veniva infamato il significato e l’importanza dell’indulgenza. Ma la chiesa, – prosegue il Pontefice – biasimando e correggendo tali abusi, “insegna e stabilisce che l’uso delle indulgenze deve essere conservato perché sommamente salutare al popolo cristiano e autorevolmente approvato da sacri concili, mentre condanna con anatema quanti asseriscono l’inutilità delle indulgenze e negano il potere esistente nella chiesa di concederle”.

La Chiesa concede l’indulgenza attingendo al cosiddetto “tesoro dei meriti di Cristo”, a beneficio spirituale dei fedeli vivi, battezzati e in grazia di Dio, e a suffragio per i defunti. Si tratta di beni spirituali della comunione dei santi “offerti – chiarisce il Catechismo della Chiesa Cattolica – perché tutta l’umanità sia liberata dal peccato e pervenga alla comunione con il Padre” (n. 1476).

Ai microfoni di Radiovaticana una coppia di sposi a tal proposito dichiara: “Noi siamo ancora sposati perché, appunto, ci perdoniamo, ci riconciliamo. Questo è un po’ il segreto del matrimonio ma anche di qualsiasi relazione sociale: riuscire a voler bene all’altro per come è. Il problema è che questa è una cosa che viene dall’Alto, non è una cosa dell’uomo. Per me, e anche per mia moglie, a volte è difficile accettarci per come siamo. Per questo, dicevo, è un dono di Dio e quindi è un’ottima notizia questa dell’Indulgenza plenaria, perché io posso perdonare mia moglie solo se, a mia volta, mi sento perdonato da Dio per quello che sono. Quindi è un’ottima notizia veramente, ringraziamo il Santo Padre…”.

(Pubblicato su Korazym.org)

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