Ma che famiglia racconta la TV?


In questi giorni si è conclusa la fiction televisiva “Una grande famiglia”, una produzione messa in onda dalla Rai che ha catturato l’attenzione di 7 milioni di telespettatori. Un successo forse inaspettato, dovuto probabilmente ad una sceneggiatura avvincente e ad un cast ricco di attori famosi. Una fiction carica di suspance ma anche di molte contraddizioni. In una sorta di “Dallas” all’italiana (la soap opera che per 14 anni raccontò gli amori e le infedeltà di una potente e ricca famiglia americana) i personaggi interpretati nella storia di “Una grande famiglia” provano a rispondere – ciascuno a modo proprio e con scelte non sempre efficaci – alle domande di verità poste dalla vita.

“Un romanzo familiare contemporaneo, – recita la nota descrittiva circa i contenuti principali proposti nella fiction – una saga che, con i toni della commedia romantica, del dramma e del mistery, affronta grandi temi e pone quesiti importanti: che cosa è una famiglia? Su quali regole, tradizioni, sentimenti, patti espressi e inespressi si fonda?”.

Ma come si fa a parlare seriamente di cosa è una famiglia con i toni della commedia romantica? L’obiettivo è certamente lodevole e alto ma gli esiti contenuti nella seguitissima fiction televisiva lasciano molto a desiderare! Tra le proposte “modernizzanti” del nostro tempo non poteva mancare una bordata faziosa contro la fede cristiana. La vita di Laura (una delle protagoniste del film), separata dal marito, fervente cristiana, viene raccontata infatti con i toni opachi e tristi di chi nella vita tutt’altro fa che gioire! Attraverso la figura di questo personaggio, il film descrive la fede come una realtà eccessivamente rigida e bigotta che costringe la giovane Laura ad una vita fatta di privazioni morali, con uno sbocco all’amore per lei inaccessibile. Per di più la notizia del figlio omosessuale la mette definitivamente in ginocchio. Laura, rispetto alla famiglia, è l’unica a non accogliere e comprendere l’omosessualità del proprio figlio.
In questo frangente la certezza della fede cristiana che fino ad allora l’aveva sostenuta appare adesso come una sonora sconfitta.

A tal proposito, il presidente dell’associazione telespettatori cattolici Aiart, Luca Borgomeo,ha dichiarato: “I mass media non facciano passare nell’immaginario collettivo l’idea che le unioni omosessuali sono uguali al matrimonio uomo-donna”. “La coscienza collettiva – prosegue Borgomeo – si forma anche attraverso la pubblicità, i giornali, la tv e le radio”. Mezzi di informazione che, secondo il presidente dell’Aiart, “non sottolineano a sufficienza il valore del matrimonio” e “fanno passare come normali” le unioni omosessuali (Sir). Il titolo della fiction proposta dalla Rai, “Una grande famiglia”, risulta comunque a nostro avviso sproporzionato rispetto ai contenuti realmente proposti e al valore effettivo contenuto nell’esperienza umana di una famiglia.

Groucho Marx, l’attore comico e scrittore statunitense vissuto tra il 1890 e il 1977, a proposito di televisione diceva: “Trovo la TV molto istruttiva. Ogni volta che qualcuno mette in funzione l’apparecchio, me ne vado nell’altra stanza a leggere un libro”. Una indicazione che talvolta ci viene voglia di seguire alla lettera, soprattutto quando alcune programmazioni televisive risultano diseducative o – peggio ancora – impongono al telespettatore uno stile di vita fuorviante e fazioso.

(Articolo pubblicato su Korazym.org)


Rispondi a Michelangelo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 commenti su “Ma che famiglia racconta la TV?

  • Paola

    L’ho guardata anch’io. Mi piacciono molto le fiction a puntate: sono già familiari e non richiedono lo sforzo di comprendere di che si tratta e che ruolo hanno i personaggi. Ho però osservato che la Religione, se non è del tutto assente e inesistente, è messa quasi sempre in cattiva luce.
    Anche nel film di Tognazzi “A mia madre”, pur bello sotto numerosi aspetti, l’aspetto religioso si ferma a qualche matrimonio o funerale.
    Per quanto riguarda Mediaset, sto seguendo “Le tre rose di Eva”, molto bello e avvincente, ma, a fronte di un sacerdote onesto e corretto che viene assassinato, ecco un Superiore corrotto e adulterino e complice di una grave ingiustizia. Mah…Queste cose mi danno molto fastidio.
    Paola

  • Michelangelo

    Grazie Paola per il tuo messaggio. La tua analisi è certamente condivisibile. Purtroppo oggi è diventato tutto difficile. Non dobbiamo abbassare la guardia.