Niente è perduto!


cogitorAccusata dalla matrigna di non far nulla per risollevare le sorti della famiglia, tragicamente caduta in povertà, Sònja vende il proprio corpo iscrivendosi nella lista delle prostitute. Nel momento in cui si incontreranno Sònja e Raskòlnikov (quest’ultimo macchiatosi di un delitto dal quale sta cercando di scappare) faranno entrambi l’esperienza dell’esclusione dal mondo. In questa particolare situazione Raskòlnikov confiderà a Sònja il delitto commesso e verrà aiutato dalla giovane prostituta a costituirsi, pagando così il suo debito.

Questa è, in estrema sintesi, la storia dei due personaggi protagonisti che F. Dostojevskij racconta in uno dei suoi più celebri romanzi. In “Delitto e castigo” niente è perduto. La speranza, l’amore e il senso religioso di cui Sonja è garante, nonostante il personale paradosso morale, permetteranno al giovane Raskòlnikov l’opportunità di un riscatto. “Sònja – dirà il celebre teologo Romano Guardini – è la più soave tra le figure femminili di Dostojevskij. Ben si può dire ch’ella rappresenti per lui l’infanzia cara a Dio e sia espressione del mistero del regno di Dio che va ai fanciulli e agli umili, non ai grandi e ai sapienti, e accoglie i pubblicani e le peccatrici mentre la gente rispettabile e «per bene» lo rifiuterà. Così ella è «creatura di Dio» in un senso tutto particolare, in quanto cioè su di lei sta insondabile il mistero della divina Provvidenza. In questo mondo ella è indifesa, eppure è avvolta nella sollecita protezione del Padre”.

Dialogo tra Raskòlnikov e Sònja (F. Dostojevskij)

–    Tu dunque, Sònja, preghi molto Dio? – le domandò.
–    Sònja taceva, egli stava in piedi accanto a lei e aspettava la risposta.
–    Che sarei mai senza Dio? – sussurrò ella rapida, con energia alzando su di lui i suoi occhi tutt’a un tratto scintillanti, e gli serrò forte la mano nella propria…
–    E Dio che cosa fa per te? – domandò [egli], continuando l’interrogatorio.
Sonja tacque a lungo come se non potesse rispondere. Il suo debole petto palpitava dall’agitazione.
–    Tacete! Non fatemi domande! Voi non siete degno!… – gridò ad un tratto guardando severamente e con collera…
–    Tutto fa! – ella sussurrò rapidamente, abbassando di nuovo gli occhi…
Con una nuova e strana, quasi morbosa sensazione egli considerava quel pallido, magro e irregolare volto angoloso, quei miti occhi azzurri che potevano scintillare di tanto fuoco, di un così austero ed energico sentimento, quel piccolo corpo ancora tremante di sdegno e di collera e tutto ciò che gli pareva più strano, quasi impossibile.


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