Wojtyla. Amare la natura creata da Dio 2


“L’impegno del credente per un ambiente sano nasce direttamente dalla sua fede in Dio creatore… Il rispetto per la vita e per la dignità della persona umana include anche il rispetto e la cura del creato, che è chiamato ad unirsi all’uomo per glorificare Dio”. Era questo il giudizio che Giovanni Paolo II esprimeva alcuni anni fa a proposito del rispetto per il Creato.
Molti ricordano ancora le immagini del Pontefice polacco che percorreva i sentieri delle Dolomiti immerso nella contemplazione della Natura e nella preghiera, con lo sguardo fisso verso una bellezza che egli era capace di catturare anche durante un breve periodo di vacanza estiva, e che a noi spesso sfugge. 

La Greenaccord Onlus, l’Associazione culturale per la salvaguardia del creato, ha organizzato in questi giorni un convegno dal titolo “L’amore per il Creato. A lezione da Wojtyla” per ricordare il profondo legame con la natura vissuto da Giovanni Paolo II e soprattutto per aver insegnato e trasmesso l’amore per tutto il creato, valorizzandone tutti gli aspetti con la sua stessa presenza.

Nel libro “Una vita con Karol”, Stanislao Dziwisz (segretario personale di Wojtyla dal 1966), a tal proposito ricorda: “Le escursioni fuori Roma, specialmente in montagna, gli donavano – lui ne parlava proprio così, in termini di «dono» – le occasioni per meditare, e soprattutto per pregare. Quello scenario era connaturale alla sua spiritualità. Nelle montagne contemplava le opere di Dio, e lui si abbandonava al loro Creatore. […] Finito di mangiare, prendeva a camminare, da solo, anche per delle ore: così, diceva, stava a quattr’occhi con il Signore”.

Il Convegno di Greenaccord, con interventi e proiezioni degli scatti più suggestivi, ha ricordato anche quelle encicliche in cui sono contenute immagini ed espressioni che rimandano al particolare rispetto che Wojtyla nutriva nei confronti del Creato, luogo privilegiato per l’incontro con Dio e per ritemprare il corpo e lo spirito.

Arturo Mari, storico fotografo pontificio, intervenendo al convegno ha ricordato così la figura di Wojtyla: “Conservo dentro di me immagini indimenticabili. Più che vacanze, quelle erano per il Santo Padre un altro modo di lavorare. In quelle occasioni apriva la sua mente; lì sono nate diverse Encicliche e i messaggi più alti per l’uomo, per la famiglia, per la donna, per i giovani. Questo era il punto sostanziale: non era riposo. Era un modo per stare in contatto con Dio” (Sir).

A Les Combes, nel comune di Introd, tra le montagne della Val d’Aosta, durante l’Angelus domenicale dell’11 luglio 1999, Giovanni Paolo II offrì ai presenti un suggerimento che vale la pena di ricordare: “Ogni volta che ho la possibilità di recarmi in montagna e di contemplare questi paesaggi, ringrazio Dio per la maestosa bellezza del creato. Lo ringrazio per la sua stessa Bellezza, di cui il cosmo è come un riflesso, capace di affascinare gli uomini e attirarli alla grandezza del Creatore. La montagna, in particolare, non solo costituisce un magnifico scenario da contemplare, ma quasi una scuola di vita. In essa si impara a faticare per raggiungere una meta, ad aiutarsi a vicenda nei momenti di difficoltà, ad gustare insieme il silenzio, a riconoscere la propria piccolezza in un ambiente maestoso…”.

(pubblicato su Vatican Insider)


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2 commenti su “Wojtyla. Amare la natura creata da Dio

  • vincenzo

    certamente la natura, e una bellezza immensa che noi tante volte non sappiamo apprezzare, presi da altri interessi, ma se solo ci fermiamo un momento ad osservarla, contempleremo quanto e bella e come ci aiuta anche per il nostro fabbisogno riguardo all alimentazione, medicine, e tante altre cose. Ma l uomo pultroppo ha fatto della terra un giardino di veleni per i suoi scopi stupoidi e inutili.