Voce di un Altro


cogitorIl Battista conosce bene il compito che gli è stato affidato da Dio, egli – com’era stato annunziato dal profeta Isaia – è «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» (Mc 1, 3). Così Giovanni Battista nel momento in cui inizia la sua missione è pienamente consapevole di essere “voce di un Altro” e attraverso questa particolare azione vicaria pone le basi della “sequela Christi”.
Comincia a radunare attorno a sé un gruppo di discepoli, insegna loro come si fa a percorrere la strada che conduce a Dio, li educa all’ascolto della Parola, li invita alla conversione e alla preghiera. Tutto ciò in vista dell’imminente venuta di Cristo. La missione di Giovanni termina nel momento in cui Cristo inizia la sua predicazione e a Lui – come narrato nei Vangeli – il Battista consegna gli esiti della sua missione: «Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio! ”. E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.» (Gv 1, 35-37).
Ogni giorno la Chiesa – con le parole del “Benedictus” recitate alle lodi mattutine –  ricorda la grandezza di Giovanni: «E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza» (Lc 1, 76-77). Giovanni – trovo scritto in un romanzo di J. Dobraczyński – “Sei qualcosa di più grande di un profeta. Poiché ai profeti non è dato di vedere quello che predicano e tu invece l’hai visto”.

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