La Parola di Dio: una forza che scende dall’alto


angelusPiazza San Pietro quest’oggi è davvero stracolma di fedeli, migliaia di persone (ne hanno contato più di 40 mila) attendono le parole del Papa teologo. L’Angelus che ci introduce a questa seconda domenica di avvento è denso di significati; Benedetto XVI commentando il Vangelo di Luca sottolinea “l’abbondanza di riferimenti a tutte le autorità politiche e religiose della Palestina nel 27/28 d.C.” quando la Parola di Dio venne su Giovanni Battista . Secondo la narrazione dell’evangelista Luca (3,1-2) è, infatti, l’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, Ponzio Pilato governa la Giudea, Erode è tetrarca della Galilea, Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconitide, e Lisania è tetrarca dell’Abilene;  i sommi sacerdoti di quel tempo sono Anna e Caifa… Pertanto “il Vangelo – afferma il Pontefice – non è una leggenda, ma il racconto di una storia vera”, e “Gesù di Nazaret è un personaggio storico inserito in quel preciso contesto”.

La seconda osservazione rilevata dal Papa riguarda la “Parola di Dio” che è annunciata dal Battista, una forza che scende dall’alto e si posa su Giovanni, perché la Chiesa (il Papa cita S. Ambrogio) non ha preso inizio dagli uomini, ma dalla Parola. “La Parola di Dio – sostiene Benedetto XVI – è il soggetto che muove la storia, ispira i profeti, prepara la via del Messia, convoca la Chiesa. Gesù stesso è la Parola divina che si è fatta carne nel grembo verginale di Maria: in Lui Dio si è rivelato pienamente, ci ha detto e dato tutto, aprendoci i tesori della sua verità e della sua misericordia”.

Al termine della riflessione Papa Ratzinger ricorda “il fiore più bello germogliato dalla parola di Dio”: la Vergine Maria, primizia della Chiesa, giardino di Dio sulla terra. “La Chiesa ha continuamente bisogno di purificarsi, – prosegue infine il Pontefice – perché il peccato insidia tutti i suoi membri. Nella Chiesa è sempre in atto una lotta tra il deserto e il giardino, tra il peccato che inaridisce la terra e la grazia che la irriga perché produca frutti abbondanti di santità”.

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